La capacità di simbolizzazione nell'uomo si trova nella produzione di oggetti ( tecnologie) come nei linguaggi ed è base comune dell'arte come della religione dove raggiunge le sue forme più elevate . Sacra è tutta l'arte religiosa, anch'essa considerata jerofania :" l'oro ( aurum= luce d'alba) è una teofanìa astratta ... pregio che da terreno si fa metafisico, è luce che da terrestre trascende in divina" (*).
Gli artisti dei murales delle grotte preistoriche non rappresentavano semplicemente il loro mondo ( caccia, maschio-femmina, uomo-donna etc.) ma anche - e inevitabilmente- i significati che davano a questo mondo. L'uomo che raffigura se stesso era considerata dagli antichi una jerofanìa di significato tanto pregnante che in tutti i miti di creazione Dio crea l'uomo imitando l'uomo-artista che rappresenta la propria immagine : " lo fece a sua immagine e somiglianza". L'artista che crea simboli in qualche modo è l'immagine di un dio che crea le cose . Scriveva Papa G.Paolo II : " Nessuno meglio di voi artisti , geniali costruttori di bellezza può intuire qualcosa del pathos con cui Dio, all'alba della creazione guardò all'opera delle sue mani. Una vibrazione di quel sentimento si è infinite volte riflessa negli sguardi con cui voi, come gli artisti di ogni tempo, avvinti dallo stupre per il potere arcano dei suoni e delle parole, dei colori e delle forme , avete ammirato l'opera del vostro estro, avvertendovi quasi l'eco di quel mistero della creazione a cui Dio, solo creatore di tutte le cose, ha voluto in qualche modo associarvi. " ( 1999- Lettera agli artisti) ... " L'artista crea , crea a immagine e somiglianza. Generando immagini umane si fa specchio di un più alto creato, pronuncia il divino nella somiglianza" (*) .
Gli artisti dei murales delle grotte preistoriche non rappresentavano semplicemente il loro mondo ( caccia, maschio-femmina, uomo-donna etc.) ma anche - e inevitabilmente- i significati che davano a questo mondo. L'uomo che raffigura se stesso era considerata dagli antichi una jerofanìa di significato tanto pregnante che in tutti i miti di creazione Dio crea l'uomo imitando l'uomo-artista che rappresenta la propria immagine : " lo fece a sua immagine e somiglianza". L'artista che crea simboli in qualche modo è l'immagine di un dio che crea le cose . Scriveva Papa G.Paolo II : " Nessuno meglio di voi artisti , geniali costruttori di bellezza può intuire qualcosa del pathos con cui Dio, all'alba della creazione guardò all'opera delle sue mani. Una vibrazione di quel sentimento si è infinite volte riflessa negli sguardi con cui voi, come gli artisti di ogni tempo, avvinti dallo stupre per il potere arcano dei suoni e delle parole, dei colori e delle forme , avete ammirato l'opera del vostro estro, avvertendovi quasi l'eco di quel mistero della creazione a cui Dio, solo creatore di tutte le cose, ha voluto in qualche modo associarvi. " ( 1999- Lettera agli artisti) ... " L'artista crea , crea a immagine e somiglianza. Generando immagini umane si fa specchio di un più alto creato, pronuncia il divino nella somiglianza" (*) .
L'artista ha un grande potere, può rappresentare e perciò significare anche le cose sovrasensibili : lo stencil delle mani nelle grotte dei paleantropi indica la presenza umana ma ne indica poi anche l'assenza , così come gli idoli ( greco: eidolon ) figure in genere antropomorfe o teriomorfe indicano la presenza-assenza della divinità, così come le figure che rappresentavano i defunti ( nella Grecia antica i kolossos ) o rappresentavano l' assenza del defunto ( psiche- anima, oneiros-sogno, skia-ombra, phasma-apparizione, etc.) non appartengono nè a questo mondo nè ad altri mondi , ne sono semplicemente e soltanto un tramite , l'icona ( greco = eikon ) . Esprimendo il mondo gli antichi lo comprendevano e in qualche modo lo padroneggiavano, così come noi facciamo ancora oggi. (cf : A.Leroi_Gourhan-Le religioni della preistoria ) .
fonte : www.corsodireligione.it
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