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domenica 17 dicembre 2017

Approfondimenti su Toscanelli




Tratto dalla enciclopedia Treccani:
MIGLIO. - Come misura itineraria i Romani si riferiscono alla misura del passus, il quale alla sua volta si ricollega a quella del pes, essendo il passus costituito di 5 piedi e la misura itineraria consistendo di mille passus. Non esiste perciò un nome speciale per la misura itineraria; quello che chiamiamo miglio e che i Romani chiamavano miliarium (greco μλιον) rappresenta un numero cardinale riferito ai passus (p. es.: duo milia passuum). Il miglio romano corrisponde a circa m. 1480 (più precisamente il Canina la fissò in m. 1.481,75.

Tratto dalla wikipedia:
Il Miliario aureo (Miliarium aureum o “pietra miliare aurea) era una colonna marmorea rivestita di bronzo dorato innalzato presso il tempio di Saturno, all’estremità del Foro Romano. Venne eretta da Augusto nel 20 a.C. quando divenne curator viarum. Era collocato simmetricamente all’Umbilicus urbis rispetto all’arco dei Rostra.



Il  42° parallelo, convertita la misura da Km in miglia romane, restituisce una lunghezza di 20.000 miglia romane. Un solo emisfero è di 10.000. Posso dividerlo in settori da 5.000, 1.000, 500 e da 250 miglia. Sono in totale 80 settori da 250 miglia da 4,5 gradi.

Miliario aureo: queste le sue coordinate:








Ci sono vari autori che si occupano delle vecchie carte geografiche. Cito ANDREA CANTILE e il suo pdf (trovato in rete) : Gli Itinerari e il Codex Vindobonenis. Nel suo lavoro viene illustrato il Mappa Mundi di Hereford. Si ricorda: Descriptio Orosii ormesta mundi, sicut interius ostenditur..



Semplifico. Il famoso censimento di Augusto, ci ricorda Paolo Orosio, riguardò il censimento dei possedimenti del Popolo Romano. Furono spediti Nicodosso, Teodoco e Policleto. Altro incaricato fu Didimo. (Le fonti sono diverse). Quando Cesare arrivò in Egitto non si occupò solo della riforma del calendario; era interessato a tante cose. Voleva una raffigurazione dello sviluppo della rete stradale:  (le fonti sono poco chiare) una bella immagine da esporre nel Foro. Un conto era il loro Catasto mentre cosa diversa era una bella immagine su lastra di marmo. I Sacerdoti egizi gli avranno detto quello che dissero a Eratostene? O che diranno a breve a Diodoro Siculo? Che il mondo era una sfera, fatto da due parti con le stagioni opposte separate da una zona torrida sull’Equatore? Credo di si! Mettiamoci Augusto che cominciò a mandare incaricati a censire le terre. Mettiamoci Marino di Tiro e i suoi contemporanei che disegnavano carte con i meridiani e i paralleli tutti uguali. Sicuramente avranno preparato uno schema generale di tutta la sfera. Settore per settore;  era da completare. Già ai tempi di Tolomeo il quadro era abbastanza avanti. Basta dare uno sguardo alla sua Geografia. C’erano gli schemi, gli strumenti e tante coordinate. C’erano i rimproveri a Eratostene e a Marino di Tiro.
Con lo sviluppo della rete stradale il quadro si completò. C’era la flotta. C’era la libertà di navigazione. C’era una unità di misura standard.



E questo è l’IMPERO ROMANO di Opicino.



E Pietro Vesconte ci mostra i golfi di Utica e di Tunisi: dove combattè Scipione e dove, Polibio, ci ricorda la rivolta dei Mercenari cartaginesi.


Attenzione:



Quello di Opicino è identico a tutti gli altri Portolani. -Cum passuum da navegare- leggetelo: con le miglia utili alla navigazione.



Per i Pedoni (Viandanti ) c’erano altre carte. Il mare è appena accennato.
Tito Livio ci ricorda di una terribile pestilenza che colpì Roma e i Romani … che erano in quel di Cagliari. Gli Iliensi e i Balari si misero a bruciare tutto. Non facevano le processioni con tanto di bambini. Grave offesa. Arrivò il Console che, nello scontato trionfo, mostrò una bella immagine della Sardegna.  Seguitando a leggere Livio ci si rende conto che molte località erano descritte in modo dettagliato. Quello si fa con una carta davanti agli occhi. 
Detto in parole povere: i Romani avevano il loro metodo di censire il territorio. Noi apprezziamo le loro strade. Quello che c’era dietro quel lavoro lo possiamo solo immaginare.
Fortunatamente, ultimamente, si sono accorti di Marino di Tiro e del suo modo di fare carte.




Disponiamo (Wikipedia) di una ricostruzione della proiezione di Marino di Tiro: Proiezione cilindrica equidistante.  Usa una griglia di 15° a settore. Si possono scomporre i settori da 45° in 10 parti da 4,5° ma la posizione dei Tropici e dei circoli polari delle vecchie carte è improponibile su questa carta.



Anche l’ORGANUM DIRECTORIUM, che ci ha riproposto G. Mercatore, una volta corretto, si è dimostrato utilissimo per fare carte e tracciare rotte. Tutte queste cose sono state, già, spiegate.
Presentava settori 10 gradi. Sincronizzato su settori di 9 gradi … una bomba… storica!


Ma questo non si può tollerare:



Tratto da:
I TOPONIMI DEL MEDITERRANEO NEL COMPASSO DA NAVIGARE. Di BIANCA FADDA Università di Cagliari.
…..Il codice Hamilton 396 - II cosiddetto codice Hamilton, è attualmente custodito nella Biblioteca dello Stato Prussiano di Berlino. Scritto su buona pergamena, misura cm. 21 x 14 e consta di 107 carte. La scrittura è una gotica libraria della fine del XIII secolo (1) .  Riguardo al contenuto, esso si divide in tre parti. Nella prima sono descritte le coste da capo San Vincenzo in Portogallo a Gibilterra; seguono le coste della Spagna mediterranea, Francia, Italia, della penisola Balcanica fino ad Istambul, dell'Anatolia, Siria, Palestina e ancora dell'Africa settentrionale fino a Capo Spartel, ed infine le coste atlantiche del Marocco fino a Saffì. Sono precisate le distanze tra le diverse località calcolate in miglia (2)
Dice la nota:
(2) Si tratta di un'unità di misura non coincidente con quella omonima (mi­glio romano) utilizzata dai romani negli "Itineraria Scripta", e pari agli attuali 1480 metri, ma corrispondente a 5/6 (cinque sesti) di esso ossia 1230 metri, come ha sta­bilito all'inizio di questo secolo H. WAGNER in Der Ursprung der "Kleinen Seemàile" auf den mittefafterlichen Seekarten der ltaliener, Goningen, 1900 

Per H.Wagner il miglio, utilizzato nei portolani, era di 1230 metri.

Come si può gettare tanto fango addosso a Paolo dal Pozzo Toscanelli ?
All’uomo che ha costruito quello Gnomone che possiamo ammirare a Firenze. Per progettare quello strumento bisogna conoscere perfettamente la sfera  della Terra e l’angolo d’incidenza dei raggi solari. Bastano i suoi lavori per farci venire la pelle d’oca. A proposito dei suoi lavori:




Questa raffigurazione, della volta celeste, si trova nella cappella dei Medici a san Lorenzo.
Una identica si trova nella cappella dei Pazzi. Sapete chi è l’astronomo che ha raffigurato il cielo di Firenze alle ore 10,30 del 4 luglio del 1442 sincronizzato sul meridiano della città cinese di
SHANHAIGUAN (Porta d’Accesso). Proprio dove la Muraglia si getta nell’Oceano.




Piccolo controllo: QUINSAI si trova a 120° est. Così non dice nulla! Diciamola in quest’altro modo: QUINSAI dista 90 gradi da Alessandria.


A questo punto sorge una domanda:



Questo si trova in rete, questo viene ripetuto in diversi siti.

… si è chiesto aiuto all’Osservatorio di Arcetri in Firenze per eseguire un indagine astronomica guidata da Giuseppe Forti. In un primo tempo è stato realizzato un programma al computer per trovare la posizione del Sole della Luna e dei pianeti visibili evidenziando la possibilità che i due pianeti erano Venere e Giove. Mercurio, Marte e Saturno fanno il loro ingresso successivamente dopo un confronto con stelle all’epoca del 1442 con astri fino alla 4° magnitudine che ha reso evidenti altri oggetti che non facevano parte di alcuna costellazione. Questo studio ha portato lo staff ad affermare che effettivamente le stelle erano nella posizione indicate sopra Firenze, attorno alle 10:30 del mattino del 4 luglio 1422 del vecchio calendario Giuliano, data corrispondente al 13-14 luglio del nostro attuale Calendario Gregoriano. La latitudine di osservazione viene fornita dalla posizione del Polo Nord celeste e risulta essere molto vicino a quella di Firenze.

Un altro astronomo, sempre di Arcetri, si è misurato con questo mistero aprendo una nuova via interpretativa. Fabrizio Massi analizzando la mappa stellare ha confermato il giorno 4 Luglio del 1442 come giorno rappresentato e per la precisione alle 10.30 del mattino. Masi però esplora una nuova strada. Afferma che la volta rappresentata non è del cielo sopra Firenze ma di un punto d’osservazione diverso e cioè la posizione geografica è da collocare presso Shanhaiguan in Cina. Ci fornisce le coordinate corrispondenti a 40° N 120° E. Queste coordinate, secondo google maps, cadrebbero in acqua, ma poco distante da Shanhaiguan circa a 18,5 km a nord-est. Posizionandosi sulla città di Shanhaiguan le coordinate sono circa 40° N 29″ 119° E 46.




Paolo dal Pozzo Toscanelli morì a Firenze il 10 maggio del 1482.
Il Capo di Buona Speranza fu raggiunto dal navigatore portoghese Bartolomeo Diaz nel 1487.
(Solo cinque anni dopo la morte di Toscanelli).
Fu Vasco da  Gama, nel 1497 a portare a termine il viaggio verso l’India.
Adesso  vi chiedo se  Paolo dal Pozzo Toscanelli può essere l’autore di questo testo:
Ho avuto altre volte l’occasione di parlare con te della rotta marittima per raggiungere la Regione delle Spezie, che è un percorso molto più breve di quello che voi fate costeggiando la Guinea (Africa occidentale). Tu mi dici ora che sua Altezza vorrebbe da me una dichiarazione o una dimostrazione per rendere possibile anche a persone di media cultura….

Toscanelli, l’astronomo, può aver scritto al canonico Ferdinando Martinez:
-La distanza da Lisbona a Quinsay, passando da occidente, via mare, è di 26 settori da 500 miglia (da 9 gradi).- La misura è precisa!

Sicuramente avrà mandato uno schema con i 26 settori. La differenza (distanza) tra 26 settori da 500 miglia è notevolmente diversa da 26 settori da 250 miglia; come riporta la celebre lettera. 

Per ringraziare Fabrizio Massi e  Giuseppe Forti   



Rolando Berretta

sabato 5 agosto 2017

Il pozzo di Eratostene

Così la raccontano:

Riassumendo quanto ha riportato Cleomede:

Eratostene mentre si recava a Sjene  (dove oggi c’è la diga di Assuan) notò che i raggi  solari cadevano a picco dentro un pozzo il giorno del solstizio d’estate. Lo stesso giorno piantò un bastone ad Alessandria e notò che l’ombra proiettata era di 7,20° (7° 12’). Ne dedusse che la distanza tra Sjene e Alessandria (5.000 stadi) era 1/50 della lunghezza dell’Equatore come 7,20° erano 1/50 di un angolo giro di 360°. Quindi la lunghezza dell’Equatore era di 250.000 stadi precisi precisi (dico io!). Inoltre: per avere un’ombra di 7,20°, precisi, ad Alessandria occorre che i raggi solari, il giorno del solstizio d’estate, cadano con il Tropico del Cancro a 24° precisi. Sjene è posta a 24° nord ma, al tempo di Eratostene, il Tropico era leggermente spostato. Se il Tropico era leggermente spostato anche l’ombra proiettata ad Alessandria sarebbe stata diversa. 

A questo punto ho voluto approfondire tutto il problema. Ho preso google/maps e ho misurato la distanza tra Alessandria e Sjene seguendo il percorso del Nilo. Sono 1.000 km.  Ad Alessandria si usava lo Stadio Alessandrino di 200 metri. 5.000 stadi di 200 metri danno 1.000 Km.
Ho fatto un’ulteriore verifica:

Ai tempi di Eratostene il Tropico cadeva a 23°41’ mentre il Tropico a 24° lo abbiamo avuto verso il 2.700 a.C.  Era il periodo che fu edificata la Grande Piramide. Solo che la G. Piramide si trova a 30° nord. Se il Tropico cadeva a 24° e la Piramide è a 30° la distanza era di 6°. In un sistema sessagesimale 6° sono 1/60 di un angolo giro di 360°. 
A questo punto ho fatto un ulteriore controllo per trovare il mitico pozzo di Eratostene.

Datosi che il Tropico cade a … in base al periodo …


A questo punto ho lasciato perdere Eratostene e mi sono concentrato sui valori della massima e minima  inclinazione terrestre. Forse gli Egiziani ne sapevano più di quanto ci viene tramandato.

Ho cercato i due punti estremi dove oscilla lo spostamento del Tropico: Abu Simbel e Kom Ombo. 
Il complesso di Abu Simbel, causa la diga di Aswan, è stato spostato: oggi c’è il lago. 
Per Kom Ombo la musica è diversa.


 Il pozzo che si trova a Kom Ombo ufficialmente è un nilometro. Ma il nilometro è sull’isola di Elefantina, a quattro passi, e si capisce subito cos’è un vero nilometro. Quel pozzo, in collina, sulla riva del Nilo aveva un altro scopo. Eratostene, per andare a Sjene, vi ha fatto scalo. Si è fatto spiegare molte cose dai sacerdoti. Ha voluto personalizzare le informazioni ricevute. Le ha spacciate per sue scoperte. 

Parte superiore del Pozzo (immagine reperita in rete)
Mentre riflettevo su quel pozzo ebbi una discussione con Antonio Crasto che si occupa di Egittologia.
Magari se cercate su Internet il pezzo di Antonio Crasto …. (Tempio di Kom Ombo)  mi evitate di fare brutte figure.  Antonio così si esprime:
“La metà orientale del tempio era dedicata al dio coccodrillo Sobek e alla triade:
- Hator, Sole femminile, occhio destro di Horus l’antico, associato a un pianeta X oggi scomparso e madre del dio Sobex;
- Sobex, figlio di Hathor e associato al pianeta Mercurio;
- Khonsu, figlio di Sobex, e associato alla Luna.  …”
Per me era sufficiente dire che, in  quel pozzo, si potevano studiare il Sole (riflesso) e i passaggi di Mercurio. Si potevano studiare le fasi lunari. Si poteva vedere il passaggio dei vari pianeti esterni etc etc e che, quindi, era un perfetto osservatorio astronomico.


Antonio Crasto mi mandò questa foto; fatta da lui. C’è una macchiolina chiara  riflessa dall’acqua. Incuriosito dalla mia strana teoria cercò il giorno e l’ora di quando scattò la foto.
Prese una di quelle tabelle astronomiche …. e scoprì che Venere era sopra il pozzo. 

Rolando Berretta





giovedì 29 giugno 2017

Da Toscanelli ai Vespucci

Paolo dal Pozzo Toscanelli nacque a Firenze nel 1397.
Dopo aver compiuto i primi studi superiori presso lo Studio fiorentino, si recò all'Università di Padova dove studiò matematica e si laureò in medicina. Fu amico di Leon Battista Alberti e di Filippo Brunelleschi, al quale insegnò nozioni di matematica. Si è supposto che lo abbia anche aiutato con i calcoli per la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore. Proprio in questa chiesa, oggi possiamo osservare lo gnomone che Toscanelli realizzò, che all'epoca era il più alto mai costruito. Le sue osservazioni di comete sono le prime di cui abbiamo notizia: determinò molte posizioni delle comete del 1433, 1449-1450, 1456, 1457 e 1472, tracciandone le orbite su mappe stellari da lui preparate.
(questo si racconta:)
Come cartografo, sulla base della Geografia di Tolomeo, che da poco era stata ritrovata e tradotta, (le Tavole erano ancora da disegnare) disegnò un planisfero, purtroppo perduto, che mostrava come si potessero raggiungere  le Indie attraverso l’Oceano Atlantico.     (Meglio fermarsi qui.)

Premesso che da un paio di secoli giravano le mitiche carte portolane raffiguranti, grosso modo, lo sviluppo dell’Impero Romano. Premesso che cercherò traccia degli studi del Toscanelli nelle carte e nei cartografi fiorentini immaginando quali discussioni potevano nascere nei loro scontri verbali.
Immagino Francesco Berlinghieri, Leonardo con i suoi OVALI, nella tipografia dei Rosselli con il Dottor Paolo del Pozzo. Anche il Vespucci.
Premesso che, per Tolomeo, l’Equatore misurava 24.000 miglia. Come direbbe il Toscanelli 80 spazi da 300 miglia (all’altezza delle Canarie). (Per il Wagner il miglio era di 1.230 m)
Premesso che le mitiche lettere del Toscanelli ricomparvero nel 1860.
La trascrizione delle due lettere fu  trovata nel 1860, in un foglio terminale, del volume: Historia rerum ubique gestarum di Enea Silvio Piccolomini (Pio II) di proprietà dello stesso C.Colombo. Bartolomeo de Las Casas e Fernando Colombo affermano di avere avuto tra le mani l’originale in latino; con la certezza che i Paleografi abbiano fugato ogni dubbio circa l’autenticità del rinvenimento.

Io, di contro, ho seguito una debolissima traccia. I settori da 250 miglia e i 225° di Marino di Tiro. Mi sono ritrovato con questo planisfero ideale:




ed ho “visto” un sistema praticissimo per determinare la misura dei vari paralleli.
Apriamo la prima finestra. Come calcolarono la misura dell’Equatore? Tutti tirano in ballo Eratostene di Cirene.  Eratostene, mentre si recava nella città di Syene (oggi c’è la diga di Assuan)
è passato, per forza, a Kom Ombo: dove c’è un Tempio e un Pozzo su una collina in riva al Nilo.
(Il nilometro è a quattro passi!)  A cosa serviva il pozzo in collina sulle rive del Nilo? Immaginate il Sole riflesso e Mercurio e Venere che lo attraversano. Immaginate come ci passavano sopra gli altri Pianeti e la Luna. (Antonio Crasto …. Grande Esperto di cose egizie, ha sviluppato l’argomento!) Inoltre: i Sacerdoti del tempio di Kom Ombo erano gli addetti alla misurazione di tutte le proprietà in Egitto. Dopo ogni inondazione partivano e rimettevano a posto ogni confine. Erano i tenditori di corde. Eratostene si sarà fatto dare qualche spiegazione. (Solo che erano fermi al Tropico a 24°).
Eratostene, poverino, se avesse fatto una sola misurazione avrebbe avuto dei valori completamente diversi da quelli propinati.  Diciamo che, quando costruirono la G.Piramide, quest’ultima era a 6 gradi dal Tropico del periodo. Se usavano il sistema sessagesimale i 6gradi erano 1/60 della circonferenza della Terra. Ad Alessandria usavano lo Stadio Alessandrino. Uno stadio era di 200 metri esatti. Eratostene ci ricorda che la distanza tra Syene ed Alessandria era di 5000 stadi (alessandrini).  Se prendete google/maps e vi rifate il percorso fluviale coprirete la distanza di 1000 Km giusti giusti: 5.000 stadi alessandrini. Fine Eratostene.  Qualcuno più sveglio di Eratostene ci sarà passato a Kom Ombo? Bastava conoscere la distanza precisa tra due località, sullo stesso meridiano, distanti 6 gradi. In Egitto c’è l’imbarazzo della scelta con le tavole di Tolomeo.
L’Equatore misura 27.078,38 miglia romane. Il raggio della Terra, all’Equatore, misura 4.309, 658 mr. Stabilito che la misura dell’Equatore va divisa in 80 settori,  ogni settore misura 338 mr.
Come calcolare la misura degli 80 settori su gli altri paralleli?



Semplicissimo. C’è un sistema pratico. Tutte le formule che iniziano con :  r* (formula)= risultato
hanno un solo dato variabile: il raggio.  Basta disegnare un goniometro ad angolo retto.
Portiamo sulla base il risultato, nel nostro caso la misura di 338, con una semplice squadretta possiamo ricavare tutte le misure dei paralleli sui 90°. Da capire è semplicissimo, da spiegare …. è un po’ complicato.
Ritorniamo al Toscanelli e ai cartografi fiorentini. Faccio un nome a caso: Giovanni Vespucci.

Questo Planisfero, noto come Geocarta, conservato a Torino, è del 1523.



 Siamo passati ai giri di compasso e allo schema RoBer . Il suo giro di compasso è da 34 unità.
Lui riporta 26 spazi dall’inizio del Catai alla G.Canaria. Questa è l’unica carta che mi è capitata tra le mani con 26 settori da 5° che sarebbero 130°. Tutti gli altri usano 27 settori da 5° pari ai 135° classici. Però se cercate l’origine dei 26 settori … ai tempi di Fernando Colombo questo è un indizio importante.



Siamo nel marzo del 1525. Giovanni Vespucci, mentre lavorava per Carlo V, fu accusato di spionaggio a favore dei Medici. Nel 1527 il nunzio apostolico Baldassare Castiglioni portò questo planisfero al Papa. (Clemente VII, nato Giulio Zanobi di Giuliano de' Medici) e arrivarono i Lanzichenecchi. Nel 1529 Diego Ribeiro mostrò il suo capolavoro. La copia sputata del Planisfero Castiglioni. Lo schema del Castiglioni è un 80 x 40. Lo schema Ribeiro è un 80 x 42 con sovrapposizione sulla Raya. L’Autore del Castiglioni, per gli esperti, sarebbe Diego Ribeiro.
Basta seguire gli avvenimenti per capire chi è il vero Autore.
Ma questa è la cosa peggiore :



mentre gli “esperti” seguitano a sparare a zero su Toscanelli per i suoi settori da 250 miglia.
Mentre gli esperti seguitano a sparare a zero sulla spia dei Medici senza portare un solo capo d’imputazione. E’ una spia. Basta!  Nessuno si è accorto che Diego Ribeiro ha fatto sparire un settore di Oceano a favore delle terre del Portogallo.


 
Un consiglio: fate pratica anche con i km. Ricordate che 5.000 stadi alessandrini sono 1.000 Km. Potrebbe sempre servire. (E ….non esiste lo stadio egiziano!)







 Rolando Berretta

mercoledì 31 maggio 2017

In difesa di Toscanelli



Questo riportano dall’Osservatorio  di Arcetri, sul loro sito:
www.arcetri.astro.it/~ranfagni/CD/CD_TESTI/TOSCNLLI.HTM
 …. Toscanelli esercitò un'influenza decisiva sulla decisione di Colombo di prendere il mare in cerca delle Indie orientali navigando verso Ovest. Toscanelli scrisse una lettera nel 1474 a un canonico portoghese, Ferdinando Martinez, che aveva avuto modo di conoscere in Italia, in cui sosteneva che la via più breve per raggiungere le Indie era proprio quella di navigare verso occidente. Per dare più valore alle sue idee Toscanelli allegò alla lettera una carta del mondo preparata da lui stesso, da cui risultava la superiorità della via occidentale rispetto alla circumnavigazione dell'Africa (che era la rotta tentata dai Portoghesi a quel tempo).



Ricostruzione ipotetica, in proiezione cilindrica, della carta inviata da Paolo dal Pozzo Toscanelli a Cristoforo Colombo
Nella lettera del 1474 Maestro Paolo scrive:
A Ferdinando Martinez, canonico di Lisbona, Paolo fisico salute.
...E quantunque molte altre volte io abbia ragionato del brevissimo camino, che è di qua alle Indie, dove nascono le specierie [ovvero le spezie] per la via del mare, il quale io tengo più breve di quel che voi fate per Guinea.....ho deliberato per più facilità e per maggiore intelligenza dimostrar detto camino per una carta, simile a quelle che si fanno per navigare et così la mando a Sua Maestà, fatta e disegnata di mia mano, nella quale è dipinto tutto il fine del ponente.... ..Dalla città di Lisbona per diritto verso ponente sono in dette carta ventisei spatii, ciascuno de'quali contien dugento cinquanta miglia fino alla nobilissima et gran città di Quisai...
La lettera è scritta supponendo che il lettore abbia dinanzi agli occhi la carta allegata. Toscanelli nel resto della lettera argomenta che 26 spazi di 5 gradi, tanta era l'ampiezza dei fusi in cui era divisa la carta, sono quasi la terza parte della sfera terrestre, ma cita anche l'esistenza di un'isola, detta Antilia, intermedia, che potrebbe essere l'arcipelago delle Azzorre, e da questa ipotetica Antilia ci sarebbero stati solo 10 spazi di 5 gradi ciascuno per raggiungere il mitico Cipango [Giappone]. Paolo riduce quindi la distanza tra Lisbona e le Indie a sole 6.500 miglia. A questa lettera ne fa seguito un'altra, scritta direttamente a Colombo. Toscanelli non dice niente di nuovo, ma dichiara di spedire a Colombo copia della lettera inviata al canonico Martinez e invia anche un'altra copia della carta nautica.
Toscanelli, nelle sue lettere a Colombo, sbaglia sia la differenza di longitudine tra Lisbona e le Indie, che è di circa 160°, sia la lunghezza del grado espressa in miglia. L'impresa di Cristoforo Colombo si fonderà quindi su due errori geografici, che derivano da misure astronomiche imprecise e da errate conversioni tra unità di misura; questi errori, però non vanno attribuiti al solo Toscanelli, essendo radicati nella cultura del tempo. ….  ( Fine del pezzo di Arcetri.)
Premesso che queste carte sono opera del Wagner:  (è scritto in basso a sinistra della carta)





Recita la Wikipedia:
Hermann Wagner (Erlangen1840  Bad Wildungen, 1929) è stato un geografo tedesco.
Docente all'università di Königsberg dal 1876 al 1880 e all'università di Gottinga dal 1880 al 1920, fu collaboratore della casa editrice Justus Perthes e direttore del Geogr. Jahrbuch. Fu autore di un celebre Trattato di geografia generale, il terzo volume del quale è dedicato alla ricostruzione della carta di Paolo Dal Pozzo Toscanelli [1] con una serie di riferimenti storico-geografici. Presso la casa editrice di Gotha pubblicò il Sydow-Wagners Metodischer Schul-Atlas nel 1908.
1 - Die Rekonstruktion der Toscanelli - Karte v. J. 1474 un die Pseudo - Facsimilia des Behaim-Globus v. J. 1492, Gotha 1894 N. 3 pp.208-312   (fine del pezzo da wikipedia)
Nel 1860, si è chiarito un grande mistero:    Sono saltate fuori le due lettere del Toscanelli indirizzate a Colombo; scritte in Latino: erano tra i carteggi di Papa Pio II.

( da : Historia rerum ubique gestarum – di Enea Silvio Piccolomini o Papa PioII )

Pio II – Enea Piccolomini - nacque a Corsignano il 18 ottobre 1405 e morì ad Ancona il 14 agosto 1464.                         Mio personale giudizio:






il Wagner si è ispirato alle carte del veneziano Alessandro Zorzi che operò dal 1503 al 1506?
Recita, inoltre, la lettera:
… Sua Altezza vorrebbe da me una dichiarazione o una dimostrazione per rendere possibile anche a una persona di media cultura di capire e intraprendere questo cammino. Io potrei fare ciò tenendo una sfera in mano ….
Toscanelli prosegue dicendo che indicherà la rotta su di una carta simile a quelle che si usano per la navigazione. La carta mostra pure a che distanza bisogna mantenersi, durante la traversata, dal polo Artico e dalla Linea Equinoziale e quante miglia bisogna percorrere per giungere alle terre fertilissime delle Indie…




L’Autore della ricostruzione ha impostato una carta con 135° sull’asse est/ovest e di 65° sull’asse nord/sud. Ha diviso in 26 parti la distanza tra Lisbona e le coste del Catay e…. poi non riesco a seguirlo. I settori da 500 miglia romane all’Equatore sono identici fino al C.Polare Artico.
Inoltre: per ogni 4 settori (1.000 miglia) ci sono 15° di meridiano a tutte le latitudini.




Se ritornate alla prima carta del Toscanelli, quella a colori, noterete che è sparita la cornice con i gradi. Ci sono solamente i settori.  (36 settori …. stimati da 5°? Per un totale di 180°?) 
Se si resta a Tolomeo …. dalle Azzorre al Golfo di Cattigara sono 180° . (Questa misura non si discute).
Grosso modo questa è la configurazione delle terre sui 360°. 180° di terre tolomaiche e 45° del  Catai di Marco Polo; e sono 225° . (225° come aveva detto Marino di Tiro). Mancano 135° di Oceano.   E sono 360°
Piccolo approfondimento:
Dopo questa lunga premessa, se permettete, aggiungo due  mie carte e il mio pensiero.





Uso le mie, solite, carte per spiegare i settori da 250 miglia romane ricordati dal Toscanelli.
Avete appena letto (riportato da Arcetri) : La lettera è scritta supponendo che il lettore abbia dinanzi agli occhi la carta allegata. Toscanelli nel resto della lettera argomenta che 26 spazi di 5 gradi, tanta era l'ampiezza dei fusi in cui era divisa la carta….
Datosi che la lettera recita: P.S. dalla città di Lisbona in linea retta verso ponente sono indicati nella carta 26 (ventisei) spazi, ciascuno di 250 miglia, fino all’illustrissima città di Quinsai. Questa città è situata nella provincia di Mango, vicina alla provincia di Catai. Dall’isola di Antilia, che tu conosci, fino all’isola di Cipango ci sono 10 spazi (dieci)….




Datosi che 26 spazi da 250 miglia romane, davanti a Lisbona,  non sono (e non corrisponderanno assolutamente a …) 26 settori da 5° di meridiano,  prima di dire che Toscanelli ha sbagliato, io cercherei di capire meglio il tutto.  Abbiamo un solo dato sicuro: i 26 settori da 250 miglia romane. 
Chi ha tirato fuori i 5° non ha letto le lettere del Toscanelli.
Vorrei attirare la vostra attenzione sull’ultima mia carta: quella dove è inserita parte dell’Africa.
Roma si trova a 41°  53’  35”  di latitudine nord. (Wikipedia)
Se si va sul parallelo posto a 42° 24’ 34’’ (42,40949) e lo si misura in miglia romane si ottiene il valore di 20.000. Quindi in un solo emisfero sarebbero 10.000 miglia romane. Questo valore posso dividerlo in 5.000 o 1.000 o 500 o 250 o 100.
Posso affermare che quel parallelo può essere diviso in 80 parti di meridiano da 4,5° e da 250 miglia.                  I calcoli si fanno facilmente.





Avete presente lo sviluppo dell’Impero Romano??
All’altezza delle Isole Canarie abbiamo 80 settori da 300 miglia mentre a metà Bretagna si hanno 80 settori da 200 miglia romane…..
Questa è la situazione approssimativa.  Come misure sono … stimolanti per ulteriori studi di approfondimento….






… e si ritorna al punto di partenza. Un planisfero da 80 x  40  settori  dove ogni settore vale 4,5°.
I Tropici cadrebbero a 22,5°  o  22° 30’  e i C.Polari a 67,5°  o  67° 30’ 
I 90° sarebbero divisi in 10 parti da 9° invece delle  attuali 9 parti da 10°.
  (E’  pura fantascienza. E’ solo teorica! Sarebbe una Terra con la minima inclinazione; brrrrr!)
E …. adesso  vediamo se tornano i conti a quanti tirano in ballo i 5° di…. Toscanelli.



Ho rimesso la cornice mancante.  I gradi sono sulla cornice esterna.
(notasi che la ricostruzione della carta del Toscanelli riporta la stessa zona della carta di Zorzi)

Se il Wagner voleva raffigurare le terre contenute in 180°, un solo emisfero, partendo dal Golfo di Cattigara, doveva terminare la sua carta all’altezza delle isole delle Azzorre.
Lui è arrivato fino alle Baleari.
Se il Wagner mi imposta una carta, con una cornice graduata di 135° sull’asse est/ovest, mi fa capire che era sua intenzione raffigurare il solo Oceano Occidentale. Magari voleva evidenziare le sole isole in esso contenute. I suoi studi riguarderebbero le conoscenze geografiche del periodo del Toscanelli. Se osservo le sue due carte, che ho riportato, scuoto la testa perplesso.
Sicuramente mi metterò a studiare il Toscanelli con quei pochi valori ricordati dallo stesso Toscanelli. Sicuramente non mi permetterei di dare giudizi sul Toscanelli utilizzando le carte e gli studi  del Wagner.    Il Wagner andrebbe studiato a parte!


Darei la precedenza al Miglio Romano. Darei la precedenza ai 26 settori da 250 miglia davanti a Lisbona.

1 miglio romano =  Km  1,480:  interessante quando la si riporta sui diversi paralleli.  











 Rolando Berretta