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mercoledì 8 giugno 2011

I TEMPLARI: MONACI E GUERRIERI IV parte

L'EQUIPAGGIAMENTO DI DIFESA PASSIVA
L'armatura, l'elmo e lo scudo



La difesa passiva dei guerrieri era affidata alle varie tipologie di armature, elmi e scudi. La prima forma di corazza utilizzata dal cavaliere templare fu la cotta di maglia, costituita da una miriade di piccoli anelli di ferro uniti fra loro in modo tale da formare una sorta di lunga tunica che arrivava fino alle ginocchia chiusa in vita da un cinturone in cuoio. La struttura della cotta di maglia rimase praticamente immutata fino alla 2^ metà del XIII  sec. - inizio XIV sec., quando fece il suo esordio il primo modello di armatura vera e propria, concepita come una macchina anatomica che ebbe la sua massima espressione nelle armerie italiane. La maggior parte dei principi europei preferirono le armature italiane perchè univano la funzionalità all'eleganza, ma i Templari purtroppo non fecero in tempo ad indossarla perchè il 13 novembre del 1307 papa Clemente V ordinò l'arresto di tutti i cavalieri del Tempio, ma di questo parleremo diffusamente nei prossimi interventi.
La cotta di maglia non era sicuramente comoda, quindi per evitare il contatto diretto sulla pelle, soprattutto quando la temperatura non era molto elevata, i cavalieri sotto di essa indossavano una tunica imbottita in cuoio che aveva anche la funzione di attutire i colpi.

La tecnica costruttiva della cotta di maglia, o usbergo, era già nota ai romani, nel Medioevo fu semplificata fino a renderla tanto economica da essere adottata dalla quasi totalità dei combattenti; gli anelli potevano essere inseriti in due modi, a maglia semplice (fig. 1) o a grana d'orzo (fig. 2).

fig. 1

fig. 2
Il camaglio, utilizzato per la protezione del capo, era una sorta di cappuccio costituito da anelli metallici di minori dimensioni.
L'equipaggiamento era completato da manopole, gorgere, gambali e calzari.


La testa era ulteriormente protetta dall'elmo che nel tempo subì un'evoluzione, si passò, infatti, dalla forma conica  alla normanna, all'elmo vero e proprio, tipico del XIII sec. L'elmo era un casco d'acciaio dotato di fessure per la vista e per la respirazione, raggiungeva anche il peso di due chili, per tale motivo i cavalieri lo indossavano un attimo prima del combattimento.
I Templari utilizzarono l'elmo di forma pentolare che, nella sua evoluzione, diventò la celata delle prime armature integrali del primo quarto del '300. Per evitare che l'elmo si muovesse troppo, impedendo al cavaliere di combattere in maniera ottimale, fu utilizzato il bacinetto, una sorta di calotta in cuoio imbottito che aveva anche  la funzione di attutire i colpi del nemico.



Anche lo scudo subì la sua evoluzione, inizialmente era di forma a goccia con un'altezza di 1,5 metri e una larghezza di 60 centimetri, essendo in legno rinforzato con un'intelaiatura di ferro, risultava scomodo e pesante, di conseguenza, all'inizio del XIII sec. fu ridotto di circa la metà e la sua forma assunse l'aspetto di un pentagono allungato avente gli angoli arrotondati. Tra la fine del '200 e i primi del '300 fecero la loro comparsa degli scudi di forma triangolare di dimensioni ridotte, molto comodi e maneggevoli. La cavalleria leggera e la fanteria utilizzarono invece scudi di forma rotonda, ancor più leggeri e maneggevoli di quelli dei cavalieri.



L'evoluzione da una forma all'altra delle armature, degli elmi e degli scudi fu sempre graduale e con forme intermedie che ne anticipavano il passaggio.

Fabrizio e Giovanna

Le notizie e le immagini sonto tratte da Ennio Pomponio, I Templari in battaglia.

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