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mercoledì 1 giugno 2011

I TEMPLARI: MONACI E GUERRIERI II parte


                                                                             commendatario del Tempio



L’ORGANIZZAZIONE MILITARE: I REPARTI E LE STRATEGIE

Come già specificato nel precedente post, gli eserciti franchi in Terrasanta entrarono per la prima volta in contatto con tecniche di combattimento completamente nuove. I capi militari dell’esercito fatimida, ben consci del fatto di non avere a disposizione una fanteria in grado di resistere all’urto di una carica di cavalleria pesante, generalmente rifiutavano lo scontro frontale cercando di isolare la cavalleria dalla fanteria in modo tale da evitare una loro manovra coordinata. L’atteggiamento dei musulmani non permetteva all’esercito crociato di esprimere appieno la sua forza che si esplicava in particolar modo con la potenza della cavalleria.
Questa situazione costrinse i comandanti franchi, in particolar modo quelli degli ordini militari, ad adattarsi al nuovo terreno di battaglia creando dei reparti veloci e disciplinati che fossero in grado di spostarsi rapidamente da un punto all’altro dello schieramento.



turcopoli

I Templari impararono molto dai loro alleati, ma ancor di più dai loro nemici, furono infatti i primi a considerare i turcopoli, una cavalleria leggera composta da arcieri, quale componente fondamentale del  loro schieramento.
I turcopoli (che significa figli dei Turchi) non utilizzavano  la tecnica del tiro veloce a cavallo tipica dei Mameluchi, ma erano piuttosto molto simili alla cavalleria leggera bizantina e a quelle professioniste degli eserciti islamici che evitavano le cariche frontali. “I figli dei Turchi” al servizio dei Templari, pur essendo armati alla leggera,combatterono affianco della cavalleria pesante armati di scudi rotondi e spade corte.

La struttura dell’Ordine del Tempio era l’ossatura della sua potenza e in essa vigeva una ferrea  gerarchia.
Il Maresciallo del Tempio era il responsabile dell’addestramento e dell’arruolamento di cavalieri, sergenti e scudieri, provvedeva al reperimento dei cavalli e al necessario equipaggiamento,infine comandava le operazioni militari in caso di assenza del Maestro, del luogotenente e del siniscalco.
Il Maresciallo era anche il responsabile del gonfaloniere; quest’ultimo veniva scelto tra i sergenti,quindi non era un cavaliere  nonostante questo incarico fosse tra i più prestigiosi dell’intero Ordine, anche i cavalieri di scorta al Baussant erano sergenti.

L’unità di base della compagine templare era la lancia o conrois formata da venti-trenta uomini, si dispiegava con una fila di cavalieri pesantemente corazzati davanti,due file di sergenti armati più alla leggera immediatamente dietro e diversi scudieri ancora più arretrati che chiudevano la formazione. Il comandante era il commendatario che a differenza degli altri templari era armato di una lancia dotata di un pennoncino arrotolato con i colori bianco e nero del Tempio. Questa caratteristica permetteva al commendatario di dirigere la sua formazione nel caos della battaglia.


Prima della carica vera e propria i turcopoli  entravano in contatto con il nemico saggiandone la consistenza e individuandone i punti deboli e la sua disposizione sul terreno. In queste occasioni i turcopoli dimostravano la loro fondamentale importanza perché dalla loro azione dipendeva l’effetto della carica e lo sfondamento delle linee nemiche.

Dopo la carica il combattimento si frazionava in innumerevoli duelli individuali, a quel punto intervenivano i sergenti a piedi e gli scudieri  che  combattevano insieme alla cavalleria proteggendo il cavaliere dal disarcionamento ed eventualmente agevolandone la risalita a cavallo.

La fanteria veniva anche impiegata per neutralizzare il temibile arciere arabo a cavallo o attaccandolo sul fianco destro dove era più vulnerabile durante la cavalcata, o nel momento in cui scendeva da cavallo per avere un tiro più preciso.



Fabrizio e Giovanna

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