Jacques de Molay |
Il venerdì 13 ottobre 1307 il re di Francia Filippo IV il Bello diede ordine ai suoi procuratori di procedere all’arresto di tutti i Templari presenti nel regno. La richiesta dell’arresto dei membri dell’Ordine fu fatta su consiglio del suo consigliere Nogaret e sostenuta dal confessore del re stesso, il domenicano Guglielmo Imbert di Parigi.
L’ordine di soppressione poteva partire soltanto dal papa perché i Templari dipendevano direttamente da lui; Clemente V, iniziatore della Cattività Avignonese, era praticamente ostaggio del re di Francia e non poté opporsi a tale richiesta.
Ai cavalieri vennero imputate le più gravi accuse dell’epoca come la bestemmia, l’eresia, la sodomia, l’idolatria e la cospirazione, a queste accuse ne vennero aggiunte altre durante il processo che durò ben sette anni, in particolare vennero accusati ancora di adorare una testa barbuta, “il Baphomet”, che nella fantasia degli inquisitori assunse l’identità di Lucifero e di Maometto.
Sulle cause della soppressione del più potente ordine militare del Medioevo si continua ancora a discutere, una delle ipotesi più accreditate è che Filippo il Bello, a causa dei suoi debiti e della sua avidità, fu attratto dalla grande ricchezza dei Templari e che volesse impadronirsi dei loro “leggendario tesoro”, infatti prima di intraprendere la causa contro “il Tempio”, si consultò con il suo ministro delle finanze Marigny.
Un’altra ipotesi, non completamente slegata dalla precedente, riguarda la vocazione prettamente militare dell’Ordine. Dopo la caduta di S. Giovanni d’Acri nel 1291, che segnò la fine della presenza cristiana in Terrasanta, i Templari videro venir meno il loro compito, nelle previsioni si sarebbero dovuti attestare a Cipro per continuare la loro opera, ma l’ultimo Gran Maestro del Tempio, Jacques de Molay, non si impegnò abbastanza per raggiungere questo obiettivo, quindi l’Europa, e in particolar modo la Francia, si trovò “invasa” da un esercito ancora pienamente operativo e organizzato senza valvola di sfogo. A differenza degli Ospitalieri di S. Giovanni, che in Europa poterono tornare alla loro antica vocazione assistenziale, i cavalieri del Tempio tornarono alle loro Comanderie e alle loro fortezze armati fino ai denti e completamente inoperosi. Questo esercito permanente alle dipendenze del papa probabilmente spaventò il re di Francia che quindi provvide a renderlo inoffensivo.
Un’altra ipotesi ancora, molto cara agli appassionati del mistero e dell’esoterismo, è quella che lega i Templari al Santo Graal e ai Catari o Albigesi. Nel 1209 il papa Innocenzo III diede l’ordine di indire una Crociata contro i Catari o Albigesi della Linguadoca sotto la guida di Simon de Montfort, i Templari non solo rifiutarono di parteciparvi, ma molti si unirono agli eretici abbandonando il loro abito bianco per indossare la tunica grigia. I Catari, dichiarati da Bernardo di Chiaravalle i più perfetti tra i cristiani, seguivano una dottrina molto vicina alla Gnosi che si basava “sul duale”, ossia sul principio degli opposti, secondo una tradizione esoterica ebbero in possesso il Santo Graal. Il rifiuto dei Templari a combattere contro essi e la segretezza delle pratiche attuate dalle sfere più alte dell’Ordine, fecero nascere il sospetto che, attraverso gli Albigesi, anche loro avessero non solo aderito agli ideali della Gnosi, ma che fossero entrati in possesso dello stesso Graal. Tale rifiuto creò un precedente che venne strumentalizzato dai loro accusatori.
È molto probabile che i Cavalieri, entrati in contatto con i movimenti ereticali e i musulmani, in particolare con il sufismo, avessero in qualche modo assimilato nuovi concetti che cercarono di integrare con il cristianesimo. A tal proposito alcuni studiosi credono che i Templari volessero creare un’unica religione mettendo fine così a tutte le guerre che venivano condotte dietro il vessillo della fede.
Forse il più grande mistero storico che riguarda la fine dell’Ordine è il motivo per cui il fior fiore della cavalleria medioevale si sia fatto condurre in catene nelle prigioni dell’inquisizione, dove subirono le più atroci torture, senza opporre nessuna resistenza.
Il processo contro i Templari fu condotto con le stesse modalità riservate agli eretici, le poche confessioni vennero estorte con la tortura e il 12 maggio del 1310 cinquantaquattro Templari vennero arsi vivi nelle vicinanze di Parigi; il 22 marzo del 1312 al Concilio di Vienne papa Clemente V soppresse ufficialmente l’Ordine dei Templari, il 18 marzo del 1314 l’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay, insieme a Geoffroy de Charnay, fu condannato al rogo a Parigi per aver ritrattato le confessioni precedentemente estorte sotto tortura.
In realtà la condanna a morte del Maestro del'Ordine fu ordinata dal Re di Francia senza consultare la Chiesa, che peraltro avendo come sommo pontefice un papa debole come Clemente V, avrebbe avuto poche possibilità di opporsi alla decisione regia.
In realtà la condanna a morte del Maestro del'Ordine fu ordinata dal Re di Francia senza consultare la Chiesa, che peraltro avendo come sommo pontefice un papa debole come Clemente V, avrebbe avuto poche possibilità di opporsi alla decisione regia.
L’ultimo Gran Maestro morì e con lui la possibilità di scoprire la verità sui misteri dell’Ordine; prima di morire maledì i suoi aguzzini dicendo loro che lo avrebbero seguito entro l’anno, la “profezia si realizzo”, il 20 aprile morì Clemente V e il 29 novembre Filippo il Bello, nel pieno del suo vigore fisico, morì a causa delle ferite riportate cadendo da cavallo durante una partita di caccia.
Fabrizio e Giovanna
BIBLIOGRAFIA:
Andreas Beck, La fine dei Templari
Giulio Malvani: Della sapienzialità templare
Enrico Badellino: I Templari
Peter Partner: I Templari
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