Pagine

lunedì 30 maggio 2011

I TEMPLARI: MONACI E GUERRIERI I parte



BREVE INTRODUZIONE SULL’ORGANIZZAZIONE MILITARE



Nel 1129, a circa dieci anni dalla loro fondazione, le unità combattenti templari erano ancora poche decine e la prima esperienza di combattimento fu sostenuta contro l’atabeg di Damasco Tai Mulk-Buri quale rappresaglia per le razzie e i saccheggi che attuarono per conto di Guglielmo di Bures. Tale battesimo delle armi, che vide i Templari uscirne piuttosto malconci e disonorati per non aver rispettato sia gli ordini del re che i loro principi, insegnò loro che l’indisciplina e la disobbedienza erano un facile strumento di vittoria per il nemico.

Lo schieramento franco in Terrasanta, fatta eccezione per le truppe reali, era più simile ad un’orda disorganizzata che ad un vero e proprio esercito, quindi la presenza degli Ordini militari (Templari, Ospitalieri e più tardi Teutonici) rappresentò un’innovazione nella maggior parte dei casi fondamentale per il buon esito delle battaglie.

I Templari erano superiori al resto dell’esercito crociato per la disciplina e l’esperienza, che li distingueva a tal punto da farli divenire l’ossatura degli eserciti cristiani in Terrasanta.



La disciplina era ferrea, il Cavaliere Templare non era un combattente singolo, ma un combattente di massa, i vari reparti erano inquadrati e rispondevano ad una precisa strategia di battaglia. Erano previste pene severissime per chi usciva dai ranghi, per chi non obbediva all’ordine della carica, per chi abbandonava il gonfalone e per chi usciva senza permesso dal campo di battaglia.  Questa  caratteristica faceva si che i loro stendardi bianchi e neri fossero un sicuro punto di riferimento per intere formazioni di combattenti disorientate nella confusione della battaglia.
L’esperienza maturata dall’Ordine distingueva nettamente i Templari dal resto dei Crociati, in questo contesto essi riuscirono infatti ad apprendere le tecniche di combattimento dei musulmani, riuscendo ad adattarsi ad un tipo di guerra molto diverso da quello che si praticava in Europa.
In Europa gli eserciti erano soliti combattere in campo aperto con schieramenti contrapposti bene allineati, in Oriente invece la cavalleria araba Fatimida attaccava il nemico con rapide incursioni di arcieri in sella ai loro veloci cavalli. È quindi facilmente intuibile l’importanza rivestita da reparti veloci di cavalleria in grado di spostarsi rapidamente e caricare prontamente il nemico. Questo nuovo modo di combattere fu sperimentato per la prima volta nel 1147 durante uno spostamento da Costantinopoli ad Antiochia, da un contingente di Templari agli ordini di Everardo di Barres inquadrato negli eserciti di Luigi VII. In questo episodio i 170 cavalieri dell’Ordine del Tempio contribuirono in maniera determinante a salvare l’esercito cristiano messo in crisi da una errata manovra di Goffredo di Roncone che fece scomporre le truppe in tre tronconi.

L’esperienza e la disciplina dei Templari si dimostrò l’arma vincente in una situazione divenuta ormai disperata.


Fabrizio e Giovanna.







Nessun commento:

Posta un commento