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giovedì 1 settembre 2011

ARCHEOLOGIA SARDA :Nuraghe Palmavera - ALGHERO



Il nuraghe complesso di Palmavera è costituito da due torri unite tra loro e da un cortile accessibile attraverso l’ingresso principale.
La torre più antica è quella principale, fu raccordata a quella secondaria più recente attraverso un muro che rifascia anche il cortile interno e il corridoio d’ingresso dotato di alcune nicchie.
Muro di rifascio

La torre principale presenta un elevato di circa 8 metri e un diametro di circa 9, la camera principale, raggiungibile attraverso un corridoio coperto a piatta banda, mantiene intatta la tholos ed ha un diametro di 4 metri.
Ingresso alla torre principale
Tholos torre principale











Al piano superiore si poteva accedere attraverso una scala situata all’interno di una nicchia posta circa a 3 metri d’altezza rispetto al piano di calpestio, questo tipo di soluzione è riscontrabile in maggior numero nei nuraghi del sud Sardegna, come ad esempio nel nuraghe Is Paras di Isili.
Accesso al vano scala

La  torre secondaria era raggiungibile attraverso un corridoio che partiva dal cortile, la tholos che in origine la copriva è oggi crollata e nel paramento murario si aprono quattro aperture.
Il cortile, attraverso un corridoio, si collegava anche all’ingresso secondario posto ad est.
Capanna delle riunioni


Coeva alla costruzione della torre secondaria avvenne l’edificazione delle capanne attorno al nuraghe, una delle quali è la “capanna delle riunioni” di grandi dimensioni e dotata di sedile che corre in tutto il suo perimetro per interrompersi in corrispondenza di una vasca realizzata con dei lastroni in pietra la cui funzione è ancora al vaglio degli studiosi. 
Vasca 


Al centro della capanna, sopra un altare circolare è collocata la riproduzione di una scultura in pietra arenaria, attualmente custodita al Museo nazionale G. A. Sanna di Sassari che, secondo gli archeologi dovrebbe rappresentare il modellino di una torre nuragica.
Probabile modello di Nuraghe

Successivamente avvenne un altro rifascio che si concretizzò con la realizzazione di un muro esterno dotato di quattro torri-capanne oltre il quale si sviluppò un secondo cortile separato dal primo, all'interno del quale è stato individuato un silos sotterraneo con imboccatura in pietra affiorante dal terreno.

Il villaggio, intorno all'VIII sec. a.C. fu probabilmente distrutto da un incendio e gli scavi archeologici hanno evidenziato, attraverso ritrovamenti di alcuni resti ceramici, la frequentazione sporadica in epoca punica e romana.


Fabrizio e Giovanna

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