Le tombe di giganti sono monumenti sepolcrali collettivi in cui venivano deposti i morti di tutto il
villaggio, forse dopo essere stati ridotti allo scheletro. La forma forma
tipica di queste sepolture è quella della testa taurina, simbolo sacro
dello stato di divinità che, insieme alla Dea Madre, proteggeva i morti
nel loro cammino nell'oltretomba.
Oltre che per onorare la memoria
degli avi, i nuragici si recavano nelle tombe anche per la cerimonia della
incubazione, durante la quale il credente pregava e dormiva per
parecchi giorni affinché durante il sonno i morti gli dessero consigli e
lo liberassero dagli incubi che lo assillavano.
I Gigantinos si
dividono in due grandi modelli:
- LE TOMBE
DOLMENICHE - derivate dai dolmen e spesso un'evoluzione di
precedenti allèe couvertes.
Un esempio classico di
quest'ultima tipologia di tomba dei giganti è S'Ena 'e Thomes che venne
per l'appunto edificata ampliando una precedente allèe couvertes. Sono
costituite da una camera sepolcrale formata da un corridoio dolmenico, cioè una
serie di ortostati (pietre infisse nel terreno verticalmente) coperte da lastre
litiche a piattabanda e da un'esedra a forma di mezza luna che dà al monumento
la classica forma a protome taurina (testa di toro).
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Corridoio ortostatico |
Al centro dell'esedra
trova posto la stele centinata alla cui base si apre un piccolo portello nel
quale venivano introdotti i defunti.
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Esedra della TdG di S'Ena 'e Thomes |
Recenti studi hanno proposto la
possibilità che i corpi venissero inumati interi e che la loro sepoltura
all’interno della tomba avvenisse tramite il sollevamento di una delle lastre
di copertura del corridoio funerario.
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Particolare del portello |
Naturalmente quest’ultima operazione
risultava estremamente complicata, infatti secondo la ricostruzione tipo delle
TdG, esse risultavano ricoperte nella parte posteriore da un tumulo di terra
(come avveniva nei Dolmen) che ne aumentava la monumentalità. Lo spostamento
delle lastre doveva necessariamente avvenire rimuovendo una parte del tumulo, a
meno che non si ipotizzi che una parte della copertura litica venisse lasciata
libera da esso.
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Coperture a piattabanda del corridoio funerario |
La teoria dell’inumazione dei
corpi interi dei defunti è suffragata dal ritrovamento di diversi scheletri in
perfette connessione anatomica all’interno dei Gigantinos.
Secondo questa ipotesi il piccolo
portello nel quale sembra impossibile far passare un corpo umano non
scarnificato, rappresenterebbe il tema della falsa porta diffuso
in quasi tutti i monumenti sepolcrali dell’antichità. Essa era considerata la
linea di confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
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Particolare della stele centinata dotata di portello |
La discussione in merito alle due
teorie è ancora in atto, anche perché nella maggior parte dei sepolcri antichi
la falsa porta era solo simbolica, non presentava aperture vere e proprie (come
avveniva presso gli egizi), quindi il portello d’accesso alla Tomba dei
Giganti doveva avere una qualche funzione pratica.
Aspettiamo il risultato degli
studi degli esperti per avere maggiori informazioni, sulle quali poter formulare
un’ipotesi plausibile.
- LE TOMBE A FILARI - costruite
con una tecnica prettamente nuragica, sono considerate più recenti rispetto a
quelle dolmeniche anche se la questione è ancora in fase di dibattito
accademico, perché i criteri di arcaicità sono molteplici e non ci si può
limitare alla semplice tecnica costruttiva.
Un esempio tipico di tomba a
filari è Sa Domu e s'Orku di Siddi edificata con grossi blocchi isodomi
disposti a filari sovrapposti.
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Esedra della TdG Sa Domu e s'Orku |
La camera funeraria è
aggettante (a forma di carena rovesciata) e termina con una fila di pietre a
piatta banda (una fila di pietre che chiudono orizzontalmente il soffitto).
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Corridoio funerario a filari |
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Particolare della copertura a piattabanda |
A differenza di quelle dolmeniche
queste tombe sono prive di stele centinata, anche se alcuni studiosi ritengono
che proprio quella di Siddi avesse probabilmente la stele per via di una
probabile decorazione che fa pensare al resto di una centina nell'ultimo filare
di pietre collocate nell'ingresso.
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Ingresso della TdG di Sa Domu e s'Orku |
Questa tomba presenta al
suo interno, sulla sinistra dell’ingresso, una nicchia che probabilmente aveva
funzione votiva.
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Nicchia interna della Tomba dei Giganti |
La nicchia sulla sinistra
dell’ingresso la si ritrova anche in alcuni Dolmen, come ad esempio quello di Sa
Coveccada di Mores, un monumento sepolcrale ritenuto molto più antico
delle Tombe dei Giganti.
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Nicchia interna del Dolmen di Sa Covaccada |
La sua presenza nella tomba di
Siddi potrebbe quindi essere considerata una prova della sua arcaicità.
Come già accennato in precedenza
la sola tecnica costruttiva non basta a determinare la datazione di una
struttura architettonica, per quanto ne sappiamo i due modi diversi di
costruire i Gigantinos potrebbero essere stati determinati semplicemente da
differenti scelte stilistiche.
Fabrizio e Giovanna
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