Alla scoperta della natura e della cultura nell'Oristanese
Il 9 agosto del 2021 abbiamo avuto la possibilità di visitare
i luoghi di interesse dei comuni di Palmas Arborea, Santa Giusta, Siamaggiore,
Solarussa e Villaurbana che costituiscono l’Unione di Comuni dei Fenici, nata
con l’intento valorizzare e unire armoniosamente i contesti naturalistici e
culturali che caratterizzano il Golfo di Oristano.
Siamo arrivati a Santa Giusta alle h 8.30 e, dopo essere
stati accolti dalla delegazione dell’Unione e svolte le formalità di rito, è
iniziata la nostra esperienza all’insegna della scoperta di questi interessanti
territori.
La prima tappa è stata la gita in barca nello stagno di Pauli Majori durata un’ora circa, compreso tra i comuni di Santa Giusta e Palmas Arborea, durante la quale abbiamo potuto apprezzare la natura incontaminata, l’avifauna e le numerose specie ittiche che popolano questo specchio d’acqua.
Nella traversata siamo stati accompagnati dai soci della Cooperativa Pescatori Santa Giusta, che hanno messo a nostra disposizione cinque piccole imbarcazioni e che con competenza ci hanno resi partecipi della loro esperienza lavorativa e dei progetti che intendono realizzare per rendere più agevolmente fruibile l’intera area lacustre.
La seconda tappa del tour è stata la visita al Museo della Laguna di Santa Giusta dove sono presenti i manufatti realizzati con l’arte dell’intreccio utilizzati per la pesca, sia moderna che tradizionale, il museo offre la possibilità di utilizzare un totem multimediale realizzato da THE BIG WAVE s.r.l. all'interno del Progetto GRITACCESS Grand Itineraire Thyrrhenien nell'ambito del Programma Interreg Italia Francia Marittimo 2014-2020 che, attraverso 40 brevi ed esplicative schede correlate da immagini, offre la possibilità di avere tutte le informazioni relative alla vita nella laguna, partendo dal contesto paesaggistico per approdare a tutti i manufatti realizzati nel territorio con questa antichissima arte.
Dopo esserci lasciati alle spalle i comuni di Santa Giusta e Palmas Arborea ci siamo diretti alla volta del comune di Villaurbana, dove abbiamo avuto la possibilità di ammirare il centro storico con le caratteristiche abitazioni campidanesi dotate di ampi portali, le statue delle Massaie, la struttura de Sa Funtana Bella e il bel cortile della casa museo del pane dove, a fine ottobre, si svolge la famosa sagra de su pani fattu in domu, durante la quale vengono esposti anche i prodotti tipici dell’artigianato locale.
Il territorio di Villaurbana è molto interessante dal punto di vista naturalistico e culturale grazie alla presenza del monte Arci, dove è possibile trovare refrigerio nelle calde giornate assolate di agosto grazie al contesto paesaggistico caratterizzato da lecci, querce secolari e sorgenti d’acqua purissima. Dopo un breve percorso all’interno del bosco siamo giunti nella località denominata Is Arutas Santas, dove abbiamo avuto la possibilità di ammirare le caratteristiche colonne vulcaniche basaltiche mentre degustavamo pane, formaggio e vino offerto gentilmente dall’organizzazione.
La nostra guida ci ha confermato l’importanza del sito anche dal punto di vista archeologico, è risaputo infatti che il monte Arci fosse antropizzato fin dal Neolitico, come dimostrano i resti della lavorazione dell’ossidiana. Anche l’età del bronzo è ben rappresentata grazie alla presenza di circa una quarantina di nuraghi in buono stato di conservazione proprio nel territorio di Villaurbana.
Da Is Arutas Santas ci siamo diretti a Siamaggiore, un paese
situato nella bassa valle del Tirso a forte vocazione agricola il cui centro
storico si presenta caratterizzato da
architetture rurali tipicamente campidanesi costituite da basse case a corte,
strade strette, per la maggior parte costruite in mattoni crudi denominati
ladiri. Tra i prodotti tipici degni di nota non si può trascurare il carciofo
che viene celebrato in una sagra che si svolge agli inizi della primavera.
Appena fuori dal centro abitato abbiamo visitato la chiesa
campestre di San Ciriaco risalente al XIII secolo, ma che allo stato attuale
presenta le modifiche e gli apporti risalenti al XVIII secolo; la chiesa
romanica era dotata di strutture denominate muristenes o cumbessias, atte ad ospitare i fedeli in occasione delle ricorrenze
religiose legate al santuario, purtroppo non vi rimane traccia a causa di una
grossa alluvione risalente agli inizi del 1900 che interessò l’intera zona.
Sempre grazie alla tecnologia sviluppata da THE BIG WAVE s.r.l. all'interno del
Progetto GRITACCESS Grand Itineraire
Thyrrhenien nell'ambito del Programma
Interreg Italia Francia Marittimo 2014-2020, è possibile scaricare dal
portale, anch’esso sviluppato da THE BIG
WAVE s.r.l., https://www.chieseromanichesardegna.it/
l’ applicazione per smartphone denominata “Chiese
Romaniche in Sardegna” che, tramite particolari sensori di prossimità, illustra
in modo automatico le informazioni relative sia alla chiesa di San Ciriaco, sia
alle altre 67 chiese incluse nel Progetto con l’ausilio di audioguide, testi
narrati, immagini e tour 3d virtuali.
L’ultima tappa prima del pranzo si è svolta nel comune di
Solarussa dove sono presenti tracce di antichissima antropizzazione con
soluzione di continuità, testimoniate dall’area
archeologica di Pidighi e dai resti romani di putzu’e Angius. Tra i prodotti
tipici si annovera la produzione della vernaccia grazie ai numerosi vigneti
presenti nel territorio.
La nostra visita si è concentrata sulla chiesa romanica di San Gregorio Magno, anch'essa facente parte del Progetto GRITACCESS Grand Itineraire Thyrrhenien nell'ambito del Programma Interreg Italia Francia Marittimo 2014-2020, situata nelle vicinanze dell’insediamento romano; futuri auspicabili scavi potrebbero essere utili a comprendere meglio l’assetto dell’intera zona adiacente la chiesa stessa che, si ipotizza, sia posizionata sopra una probabile terma romana.
La raffinatezza delle strutture dell’edificio di culto testimonia la presenza in loco di maestranze specializzate e si ipotizza che possano essere le stesse che edificarono la coeva chiesa di Santa Maria di Bonarcado.
Poco lontana dalla chiesa è presente Casa Naitana dove abbiamo ammirato il murale realizzato nel 2017 dall’artista messicano Israel Zzepda che arricchisce il muro divisorio dello storico stabile con i suoi oltre 28 metri di lunghezza.
Terminato il tour ci siamo diretti all’ittiturismo “Su
Fassois” dove abbiamo degustato i prodotti tipici del territorio.
È stata un’esperienza molto interessante e ringraziamo gli
organizzatori del tour che hanno dimostrato grande professionalità e
competenza. Ci auguriamo che in futuro molte persone possano usufruire dei
servizi che abbiamo avuto la fortuna di conoscere anticipatamente.
Giovanna Palla e Fabrizio Giuggiolo