Il Settecento fu per l’isola un
importante secolo di transizione durante il quale il centro gravitazionale dei
suoi interessi politici, economici e culturali, si spostò verso la
penisola italiana. Il motivo di tale cambiamento va ricercato negli esiti della
guerra di successione spagnola (1700-‘13).
La Sardegna, trovandosi necessariamente
coinvolta nel conflitto come parte integrante della monarchia spagnola, ne subì
le conseguenze passando, prima agli Asburgo nel 1713 con la pace di Utrecht,
poi, per un breve periodo, nuovamente alla Spagna (1717-1718), e, infine, nel
1720 ai Savoia.
Nel post LA GUERRA DI SUCCESSIONE
SPAGNOLA abbiamo
visto che nel 1708, dopo quasi 400 anni di governo spagnolo, la Sardegna passò
nella sfera di influenza austriaca.
La conquista austriaca dell’isola fu agevolata
dalle divisioni dell’aristocrazia sarda, una parte di essa, guidata da don
Artaldo d’Alagon, marchese di Villasor, appoggiava le pretese di successione
del principe asburgico, mentre la fazione avversa, capeggiata da don Francesco
di Castelvì, marchese di Laconi, ,
parteggiava per Filippo V di Spagna.
I nuovi governanti avrebbero preferito la
Sicilia, molto più popolosa e ricca, ma si accontentarono della Sardegna
sottoponendola all’estrazione delle sue
poche risorse come l’acquisizione del monopolio dei tabacchi avvenuta nel 1714.
Nel 1717 la Spagna rientrò in possesso
dell’Isola con l’audace e avventata azione intrapresa dall’allora primo
ministro il Cardinale Alberoni dalla quale scaturì la Guerra della Quadruplice
Alleanza che vide schierati contro di essa l’Inghilterra, la Francia, i Paesi
Bassi e gli Asburgo.
Il
22 agosto del 1717 apparve la flotta
spagnola comandata dal marchese di Leide davanti alla città di Cagliari che
aveva l’obiettivo di riportare la Sardegna a Madrid.
I
danni subiti dalla città furono ingenti perché l’attacco partiva dal mare verso
l’interno, la flotta attaccava da est e
nel frattempo i mortai appostati sulla collinetta di Bonaria iniziarono un devastante
bombardamento. Durante l’attacco furono colpiti il monastero di Jesus (attuale
ex Manifattura Tabacchi), il Bastione di Monserrato (viale Regina Margherita, sotto l'antico albergo Scala di ferro) e quello dello Sperone[1].
Il
29 settembre dello stesso anno gli austriaci si arresero e le truppe vittoriose
entrarono in città.
Le
fortificazioni compromesse furono restaurate l’anno successivo, ma, così come
accadde alle altre roccaforti della città, dovettero dire addio ai loro cannoni
che furono trasferiti sulla flotta spagnola per la riconquista della Sicilia. A
quel punto vi fu l’intervento della Quadruplice Alleanza e gli Spagnoli furono
definitivamente sconfitti.
Il
2 agosto del 1718 fu stipulato il trattato di Londra in virtù del quale la casa
Savoia ottenne il Regno di Sardegna dall’Austria in cambio di quello siciliano.
Il trattato di Londra fu completato più tardi nelle modalità dagli accordi di
Vienna il 26 dicembre del 1718 e di Palermo l’8 maggio del 1720.
La
cessione del regno fu un'operazione complessa caratterizzata da lunghe
trattative diplomatiche e dettagliati accordi; si trattava, infatti, di una
doppia cessione: dalla Spagna all’Austria e da questa al Piemonte.
Al
fine di sottoscrivere i preliminari della cessione, il 2 agosto del 1720, nel
palazzo regio di Cagliari si svolse un congresso tra il capitano generale
Chacon, per la Spagna, il principe D’Ottaiano, per l’Austria, l’ammiraglio
Byng, per l’Inghilterra, e il contadore Fontana, per il Piemonte.
Avvenne
prima il passaggio di poteri tra il capitano generale spagnolo e il commissario
imperiale, poi quello tra il principe D’Ottaiano e il plenipotenziario sabaudo.
Infine, il 2 settembre, si celebrò nella cattedrale di Cagliari la cerimonia
del giuramento solenne del primo viceré piemontese Filippo Pallavicino barone
di Saint Remy.
Bibliografia
la storia della
sardegna scritta dall'intendente michele antonio gazano
la sardegna sabauda:
tra riforme e rivoluzione, Gian Giacomo Ortu, in “Storia della Sardegna 2. Dal Settecento a oggi” a cura di Manlio
Brigaglia, Attilio Mastino e Gian Giacomo Ortu
quando la sardegna
cambiò padrone, Antonello Mattone, in Almanacco di Cagliari, 1994
la sardegna dal 1478
al 1793, II vol., Loddo Canepa F.
baluardi di pietra. Storia
delle fortificazioni di Cagliari, Massimo Rassu
[1] Massimo Rassu scrive che, contrariamente a quanto affermano molti autori, la torre medievale del Leone, attualmente
inglobata nel palazzo Boyl, non subì
gravi danni dai bombardamenti del periodo preso in esame (Massimo Rassu, “Baluardi
di pietra. Storia delle fortificazioni di Cagliari”, pag. 98)
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