Iside alata |
Nei precedenti post abbiamo
cercato di inquadrare il fenomeno del culto della Dea Madre, anche esaminando
superficialmente alcune sue rappresentazioni.
Ora proveremo a vedere più nel
dettaglio la più famosa manifestazione della Dea: Iside.
Iside racchiude in se tutte le
caratteristiche del principio femminile, nessuna prima e dopo di lei ha avuto
un potere così grande ed essenziale per il destino del mondo degli uomini e
degli Dei.
La cosmogonia egizia vede
l’universo prima della creazione indistinto, un grande oceano cosmico in cui
tutto esisteva in potenza ma che ancora non aveva piena coscienza di se, il
Nun.
In questo universo, che la
visione gnostica chiama Pleroma, dominava il caos, Ra, il padre degli Dei aleggiava
in esso, ancora inconsapevole della sua forza generatrice.
Una volta preso coscienza di se,
Ra si sdoppiò in Atum, creando la prima coppia divina dell’Enneade Egizia, che
diede vita agli altri Dei, che altro non sono che sue emanazioni.
Al contrario di quello che si può
pensare, la religione dell’antico Egitto è monoteista, gli Dei emanati da Atum-Ra
sono la personificazione dei suoi attributi.
Appare chiaro che lo sdoppiamento
di Ra in Atum è un riferimento al fatto che la creazione è un evento possibile
solo in presenza del duale, il maschile ed il femminile in perfetto equilibrio,
cioè gli opposti risolti.
Dalla coppia iniziale nacquero
Tefnut, la Dea dell’umidore, in cui si riconosce un riferimento all’oceano
primordiale da cui nasce la vita, e Shu,
il Dio dell’aria e del soffio vitale.
Tefnut e Shu, generarono Geb, il
dio della terra, e Nut, la Dea del cielo, la loro raffigurazione vede Geb
disteso e Nut, in forma di volta celeste stellata, lo avvolge offrendogli le
mammelle in segno di nutrimento alla madre Terra.
Come si può notare la cosmogonia
egizia differisce da quasi tutte le altre del mondo antico, che vedevano
l’elemento maschile rappresentante il cielo e quello femminile la terra, ma Nut
non differisce dalle altre Dee Madri, in quanto in essa è presente la funzione
di protettrice e nutrice.
Anche Nut e Geb, come i loro
genitori fratelli-amanti, sentirono il bisogno di unirsi, ma Shu, il Dio
dell’aria, si frappose tra loro separandoli per sempre e creando la divisione
tra cielo e terra.
Nonostante l’interruzione i due
Dei diedero vita a Nephtys, Seth (il principio del male che nella tradizione
ebraico-cristiana diverrà il maligno), Iside ed Osiride, che insieme a Seth
saranno protagonisti del dramma cosmico dell’eterna lotta tra il bene e il
male.
Dopo questa forse prolissa, ma
necessaria introduzione, passiamo alla narrazione del mito di Iside e del suo
divino sposo-fratello Osiride.
Iside ed Osiride furono due Dei
civilizzatori, insegnarono agli uomini l’agricoltura e a sfruttare le risorse
del sottosuolo, liberandoli dalle preoccupazioni relative alla sussistenza e
permettendo loro di poter dedicare tempo all’elevazione spirituale.
La tradizione li descrive come degli
intermediari tra uomini e Dei e la diffusione degli insegnamenti di Osiride è
legata al successo di campagne militari, infatti la sua missione civilizzatrice
ha spesso i tratti di una vera e propria conquista.
Plutarco nel suo “De Iside et Osiride” dà un’ampia trattazione della storia della
coppia divina:
Osiride, al rientro da una delle
sue campagne militari, venne invitato dal fratello Seth ad un banchetto di
benvenuto, che in realtà nascondeva un tranello. Seth fece costruire un
bellissimo sarcofago che espose durante il banchetto dicendo che sarebbe andato
in dono a colui che meglio vi si sarebbe adattato, come è facile immaginare
Osiride vi si inserì alla perfezione. Seth e i suoi 72 accoliti (lo stesso
numero dei nomi di Ra) sigillarono la cassa contenente Osiride con del piombo
fuso e la gettarono nel Nilo. Iside,
appena venuta a conoscenza dell’accaduto, si recise la chioma in segno di lutto
e si mise immediatamente alla ricerca del sarcofago domandando informazioni a
tutti, compresi i bambini; fu proprio grazie ad uno di essi che apprese in
quale braccio del Nilo fosse presente la salma del suo sposo. In seguito venne
a sapere che il sarcofago fu trascinato dalla corrente nei pressi della città
fenicia di Biblos, incagliata nelle radici di un tamarindo che, grazie
all’influsso di Osiride crebbe a dismisura nascondendo la cassa. Il tamarindo
crebbe a tal punto che il re di Biblos lo fece tagliare per farne una colonna
di sostegno per il tetto del suo palazzo. Avvertita dal vento, Iside partì alla
volta di Biblos dove, nascoste le sue vere sembianze, si guadagnò la fiducia
della regina che le concesse l’onore di allattare suo figlio. In questo
episodio si manifestarono le caratteristiche di Iside-nutrice, infatti, per
allattare il bimbo Iside non aveva bisogno di accostarlo alla mammella, ma le
era sufficiente infilargli un dito in bocca. Ogni notte la Dea passava il
bambino sopra una fiamma per distruggere la sua mortalità, ma la madre, vedendo
lo strano rituale, si spaventò e lo interruppe negando inconsapevolmente al
figlio il dono dell’immortalità. A questo punto Iside svelò la sua vera natura
e si fece consegnare il fusto del tamarindo dal quale, grazie alle sue arti
magiche, riuscì ad estrarre la cassa contenente Osiride aprendola in un luogo
appartato, dove abbracciò in lacrime la salma del suo sposo. Nonostante le sue
precauzioni, fu vista dal figlio maggiore del re fenicio e nel momento di
massimo dolore, percependone la presenza, lo fulminò con lo sguardo.
Seth, approfittando della sua
disperazione, tagliò il corpo di Osiride in 14 parti nascondendoli in 14 luoghi
diversi. Iside, aiutata da Anubis, il Dio sciacallo traghettatore delle anime
nell’aldilà, riuscì a recuperare tutte le parti del corpo dello sposo tranne il
fallo che, secondo la tradizione, era stato divorato da tre animali acquatici:
un crostaceo, un lepidosteo e un parago.
Grazie ai suoi poteri la Dea
riuscì a ricostruire l’organo sessuale mancante e, unendosi ad esso, generò
Horus, il principio del bene. Osiride, riportato in vita grazie alla magia di
Iside, ascese al cielo sul carro di Ra e trasmise i suoi poteri al figlio
affinché combattesse contro Seth per vendicarlo.
Horus e Seth sono due aspetti
complementari, il bene e il male non possono esistere separatamente, ognuno dei
due giustifica l’esistenza dell’altro e devono essere sempre in perfetto
equilibrio. In mancanza di questo equilibrio, gli opposti non sono risolti e,
nel pensiero magico, coincidono col male sommo (cfr “Il mito della Biga Alata” di Platone).
Iside è la Grande Madre nutrice e
protettrice che rende gli uomini immortali, purificandoli col fuoco della
coscienza, ma è anche colei che annienta coloro che si avvicinano ai suoi
segreti senza preparazione e purezza d’animo. Solo chi è iniziato alla sua
grande magia può condividerne i segreti
e sollevare il velo che la nasconde.
Fabrizio e Giovanna
Bibliografia:
Robert Bauval, Adrian Gilbert, Il mistero di Orione
Fernando jiménez del Oso, Streghe - le amanti del diavolo -
Grazie per questo articolo, siete riusciti a trasmettere tutta la magia della Grande Dea.
RispondiEliminaCon amicizia, Filippo.
Grazie per i complimenti, era il minimo che potessimo fare in onore di un culto millenario che merita tutto il rispetto da parte di noi "uomini moderni".
EliminaRicambiamo la tua amicizia, Il Mulino.