LA VITTORIA DI ARSUF: 7 settembre 1191
La caduta di Gerusalemme suscitò
grande emozione in Occidente e i sovrani Europei decisero di mettere da parte
le loro controversie per intraprendere la causa delle Crociate anche grazie
alla predicazione del vescovo Guglielmo, incaricato a tal fine dal marchese Corrado
di Monferrato che aveva da poco liberato la fortezza di San Giovanni d’Acri.
Filippo Augusto di Francia ed Enrico II d’Inghilterra decisero
quindi di recarsi in Oriente per tentare di liberare la Città Santa, ad essi si
unì anche Riccardo Cuor di Leone figlio di Enrico II. Si unì alla Crociata
anche l’imperatore Federico Barbarossa, accompagnato da molti dei suoi più alti
feudatari e da un gran numero di coraggiosi capitani, suggestionati dalle
parole di Guglielmo di Tiro, che si era recato in Germania per partecipare alla
Dieta di Magonza[1].
Purtroppo l’accordo fra Filippo Augusto ed Enrico II fu di breve durata, la
guerra riprese sanguinosa e Riccardo Cuor di Leone, spinto dall’odio nei
confronti di suo padre, si mise dalla parte di Filippo Augusto guadagnandosi
per questo la scomunica papale. Durante questa guerra morì Enrico II ponendo
fine di fatto alle ostilità; questo evento spinse Riccardo a decidere di
recarsi immediatamente in Terrasanta per espiare le sue colpe nei confronti del
padre. Da quel momento Riccardo cominciò i preparativi per la Crociata,
vendette tutto ciò che possedeva, impose enormi tasse ai suoi sudditi e spogliò
gli ebrei di tutti i loro averi. Dopo la riunione di Nonancourt con Filippo
Augusto nella quale i due sovrani stesero una sorta di regolamento militare
atto ad evitare gli errori della seconda Crociata (come ad esempio il divieto
di portare le mogli nella spedizione per evitare scandali, come quelli di cui
fu protagonista Eleonora d’Aquitania, madre di Riccardo), il principe inglese
partì per la volta della Terrasanta. Giunto a destinazione decise di marciare
lungo la costa in direzione di Giaffa prima di tentare di riconquistare il
Santo Sepolcro. Il Saladino, venuto a conoscenza di questa manovra, attuò la
sua contromossa posizionando il suo esercito ad Arsuf a nord di Giaffa, con l’intento
di bloccare l’avanzata cristiana ed impedire la conquista della città. L’armata
musulmana era numericamente superiore e i suoi componenti erano notevolmente
più riposati rispetto ai crociati già provati dal viaggio, però gli uomini a
disposizione del Saladino erano dotati di armamenti leggeri, soprattutto la
cavalleria. L’esercito cristiano, di contro, possedeva cavalcature robuste e
pesantemente corazzate, oltre alle potentissime armature.
La battaglia iniziò poco dopo le
nove del mattino, l’esercito crociato, con gli Ospitalieri di retroguardia e l’avanguardia
formata dai Templari al comando di Roberto di Sablé[2],
mentre la cavalleria e gli arcieri inglesi erano posizionati al centro.
Il Saladino aprì le ostilità
utilizzando la fanteria egiziana e beduina, che scatenò un lungo attacco a base
di lance e giavellotti contro le fila serrate dell’esercito cristiano scompaginando
la fanteria ma lasciando praticamente illesa la cavalleria pesante. Gli ordini
militari svolsero alla perfezione il compito a loro assegnato da Riccardo, gli
Ospitalieri furono sottoposti a durissimi attacchi da parte degli arcieri a
cavallo musulmani e, spinti dalla necessità, furono costretti a muovere la
carica prima di ricevere l’ordine dal re. Questa manovra mise in crisi la
strategia di Riccardo Cuor di Leone, che prevedeva di tenere l’esercito con i
ranghi serrati e attendere il momento giusto di modo che la carica della
cavalleria avesse il massimo effetto dirompente affinché, una volta sfondate le
linee nemiche, l’esercito potesse accerchiare il nemico. Nonostante la
strategia iniziale non fosse più attuabile, Riccardo ne concepì immediatamente una
nuova, divise infatti la cavalleria in dodici squadroni con i Templari all’avanguardia
e gli Ospitalieri alla retroguardia. Con questa manovra riuscì a spezzare le
linee nemiche e a mandare in rotta lo schieramento arabo. Le cronache
musulmane raccontano che l’impressionante carica della cavalleria cristiana non
si sarebbe potuta arrestare neanche ad una montagna. In questa grande
battaglia, che fu una rivincita cristiana dopo la sconfitta dei Corni di Hattin,
i Templari ebbero un ruolo fondamentale, lo stesso re Riccardo, consapevole
della capacità militare e organizzativa dell’Ordine, ripose in loro la massima
fiducia.
La vittoria di Arsuf diede nuovo
vigore alle forze cristiane e pose fine alla fama d’invincibilità del Saladino,
che in quest’occasione subì la sua più grave sconfitta.
Fabrizio e Giovanna
Bibliografia:
Steven Runciman, Storia delle Crociate
Georges Bordonove, I Templari
Malcolm Barber, La storia dei Templari
Domenico Lancianese, La Guerra dei Templari
Malcolm Barber, La storia dei Templari
Domenico Lancianese, La Guerra dei Templari
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