STORIA DEL PROMONTORIO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ CONTEMPORANEA
Il promontorio di Sant’Elia fu interessato da eventi storici di portata anche internazionale, come l’attacco anglo-olandese del 1708 durante la guerra di successione spagnola, quello francese nel 1793 e il secondo conflitto mondiale.
I resti presenti nel colle testimoniano visibilmente le varie epoche che si sono succedute nella nostra Isola, tra questi ricordiamo soprattutto la Torre di Sant’Elia, poco distante dalla cisterna punica, la cui presenza è documentata fin dal XIII sec. La torre prese il nome dalla chiesetta poco distante intitolata proprio al santo, ma pare che anticamente fosse chiamata Lanterna perché nel ripiano superiore era presente un braciere di segnalazione.
Attualmente restano in piedi solo scarsi ruderi della parte basale e di quella sommitale.
Attualmente restano in piedi solo scarsi ruderi della parte basale e di quella sommitale.
Durante l'epoca spagnola furono edificate altre torri tra le quali ricordiamo soprattutto quella DEL POUET o Poetto costruita sicuramente dopo il 1590, dal momento che non fa parte dell'elenco delle torri presenti nella "Chorographia" del Fara, scritta tra il 1580 e il 1585 e che viene invece menzionata nella "Description della Isla y Reino de Sardena", una carta del XVII secolo.
Probabilmente aveva la funzione di controllare la parte occidentale del golfo di Quartu e l'insenatura sottostante corrispondente all'attuale Marina Piccola. Si esclude invece una funzione militare vista l'esiguità dello spessore murario.
Durante il governo piemontese fu costruito il forte di Sant'Ignazio, abbiamo due teorie circa l'anno della sua edificazione, una lo vede costruito frettolosamente nel 1792, quando era imminente l'attacco francese, mentre l'altra opta per un periodo successivo compreso tra il 1793 e il 1795. In ogni caso, in occasione dell’attacco dei francesi rivoluzionari, l'area partecipò attivamente alla battaglia sparando cannonate contro gli invasori.
Durante la Seconda Guerra Mondiale (1940-1945) Sant’Elia per breve tempo diventò nuovamente uno dei baluardi della città di Cagliari perché fu sede di un centro d’ascolto e di batterie antinavi e antiaeree.
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