La chiesa si trova lungo la
statale 597 Sassari - Olbia a 3 Km da Ploaghe
La chiesa era annessa all’abazia
vallombrosana di San Michele di Salvennor acquisita dai monaci prima del 1138. La
presenza dei Vallombrosani nel Logudoro risale al XII sec., quando il giudicato
di Torres era retto da Costantino I che diede il suo beneplacito in virtù della
sua posizione favorevole a Pisa.
Non si sa né come né quando la
chiesa passò ai monaci; è certo che la chiesa fu edificata tra il 1065 e il 1082 per volontà del giudice
Mariano I e che il 25 maggio del 1139 una bolla papale confermò ai
Vallombrosani il suo possesso insieme all’annesso monastero.
Il monastero era molto ricco e
comprendeva un terreno di oltre seimila ettari che fruttava enormi guadagni, inoltre
godeva di enormi privilegi, tra i quali spicca quello concesso dal papa
Innocenzo II nel 1139 dove si riconosceva la facoltà di proibire ai vescovi di
celebrare messa nella chiesa.
I Vallombrosani rimasero a
Salvennor fino alla seconda metà del XIV sec. iniziarono a decadere dal 1259,
quando cadde il giudicato di Torres. Già nel XVI sec. l’abbazia era
semidistrutta e i monaci erano pressoché assenti.
La chiesa, costruita con pietre calcaree e vulcaniche bianche e nere, con pianta a croce commissa dotata di tre absidi semicircolari, è frutto di ampi rimaneggiamenti che hanno parzialmente risparmiato soltanto la parte posteriore.
La facciata è tripartita e ogni sezione è inquadrata da lesene, al centro il portale, architravato con arco di scarico a tutto sesto con ghiera, è sovrastato da un oculo, al di sopra del quale domina una sequenza di nove archetti a tutto sesto e doppia ghiera.
Il frontone sovrastante, anch'esso tripartito da semicolonne poste in asse con le lesene sottostanti, è sovrastato da un secondo oculo con una croce greca inscritta.
Nel fianco sinistro è presente un vano di forma quadrata dove sono presenti trentadue arcatelle a tutto sesto con doppia ghiera sorrette da capitelli, quattro monofore centinate a doppio strombo e una porta, oggi chiusa, con architrave a timpano.
Internamente l'aula è divisa in tre navate, quella centrale ha copertura lignea, mentre quelle laterali sono voltate a crociera.
Fabrizio e Giovanna
Le notizie storiche sono tratte da:
Giovanni Francesco Fara, Chorographia Sardiniae
G. Zanetti, I Vallombrosani in Sardegna
R. Di Tucci, Il Condaghe di San Michele di Salvennor
Il frontone sovrastante, anch'esso tripartito da semicolonne poste in asse con le lesene sottostanti, è sovrastato da un secondo oculo con una croce greca inscritta.
Nel fianco sinistro è presente un vano di forma quadrata dove sono presenti trentadue arcatelle a tutto sesto con doppia ghiera sorrette da capitelli, quattro monofore centinate a doppio strombo e una porta, oggi chiusa, con architrave a timpano.
Internamente l'aula è divisa in tre navate, quella centrale ha copertura lignea, mentre quelle laterali sono voltate a crociera.
Nella parte posteriore dotata di tre absidi, quella centrale è divisa in cinque parti delimitate da lesene dove si alternano tre monofore centinate a doppio strombo,
quelle laterali sono invece divise in tre parti, sempre delimitate da lesene, ognuna dotata di monofora sempre centinata a doppio strombo.
Fabrizio e Giovanna
Le notizie storiche sono tratte da:
Giovanni Francesco Fara, Chorographia Sardiniae
G. Zanetti, I Vallombrosani in Sardegna
R. Di Tucci, Il Condaghe di San Michele di Salvennor
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