Dal 25 luglio p.v. il corso di Etruscologia e Antichità italiche dell’Università degli Studi di Torino, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale e l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, riprenderanno le indagini archeologiche nell’area della Doganaccia, situata nel cuore della Necropoli Etrusca di Tarquinia, elevata a patrimonio dell'umanità dall’Unesco.
Come l’anno scorso, le ricerche si concentreranno sul tumulo di età orientalizzante detto “della Regina” (VII sec. a.C.) che, con quello “del Re”, costituisce una maestosa coppia di sepolcri che caratterizzavano, per chi proveniva anticamente dalla costa marina, l’ingresso alla necropoli tarquiniese.
Grazie agli scavi e agli interventi di valorizzazione, il Tumulo “della Regina” sta emergendo nella sua maestosità e soprattutto sta rivelando inaspettate particolarità architettoniche e decorative. La tomba presenta un basamento di circa 40 metri di diametro, misura che qualifica questo sepolcro come la più grande struttura a tumulo di Tarquinia.
La nuova campagna di scavo punterà a precisare le caratteristiche della costruzione, mettendone in risalto i limiti e gli apprestamenti destinati alle attività di culto; la tomba infatti conserva nella parte anteriore un “piazzaletto” sacro utilizzato per le celebrazioni in memoria del nobili defunti. Come il gemello tumulo “del Re
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