MIGLIO. - Come misura
itineraria i Romani si riferiscono alla misura del passus, il quale alla sua
volta si ricollega a quella del pes, essendo il passus costituito di 5 piedi e
la misura itineraria consistendo di mille passus. Non esiste perciò un nome
speciale per la misura itineraria; quello che chiamiamo miglio e che i Romani
chiamavano miliarium (greco μίλιον) rappresenta un numero cardinale
riferito ai passus (p. es.: duo milia passuum). Il miglio romano corrisponde a
circa m. 1480 (più precisamente il Canina la fissò in m. 1.481,75.
Tratto dalla wikipedia:
Il Miliario aureo
(Miliarium aureum o “pietra miliare aurea) era una colonna marmorea rivestita
di bronzo dorato innalzato presso il tempio di Saturno, all’estremità del Foro
Romano. Venne eretta da Augusto nel 20 a.C. quando divenne curator viarum. Era
collocato simmetricamente all’Umbilicus urbis rispetto all’arco dei Rostra.
Il 42° parallelo, convertita la misura da Km in
miglia romane, restituisce una lunghezza di 20.000 miglia romane. Un solo
emisfero è di 10.000. Posso dividerlo in settori da 5.000, 1.000, 500 e da 250
miglia. Sono in totale 80 settori da 250 miglia da 4,5 gradi.
Miliario aureo: queste le
sue coordinate:
Ci sono vari autori che si occupano delle vecchie carte geografiche. Cito ANDREA CANTILE e il suo pdf (trovato in rete) : Gli Itinerari e il Codex Vindobonenis. Nel suo lavoro viene illustrato il Mappa Mundi di Hereford. Si ricorda: Descriptio Orosii ormesta mundi, sicut interius ostenditur..
Semplifico. Il famoso
censimento di Augusto, ci ricorda Paolo Orosio, riguardò il censimento dei
possedimenti del Popolo Romano. Furono spediti Nicodosso, Teodoco e Policleto.
Altro incaricato fu Didimo. (Le fonti sono diverse). Quando Cesare arrivò in
Egitto non si occupò solo della riforma del calendario; era interessato a tante
cose. Voleva una raffigurazione dello sviluppo della rete stradale: (le fonti sono poco chiare) una bella
immagine da esporre nel Foro. Un conto era il loro Catasto mentre cosa diversa
era una bella immagine su lastra di marmo. I Sacerdoti egizi gli avranno detto
quello che dissero a Eratostene? O che diranno a breve a Diodoro Siculo? Che il
mondo era una sfera, fatto da due parti con le stagioni opposte separate da una
zona torrida sull’Equatore? Credo di si! Mettiamoci Augusto che cominciò a
mandare incaricati a censire le terre. Mettiamoci Marino di Tiro e i suoi
contemporanei che disegnavano carte con i meridiani e i paralleli tutti uguali.
Sicuramente avranno preparato uno schema generale di tutta la sfera. Settore
per settore; era da completare. Già ai
tempi di Tolomeo il quadro era abbastanza avanti. Basta dare uno sguardo alla
sua Geografia. C’erano gli schemi, gli strumenti e tante coordinate. C’erano i
rimproveri a Eratostene e a Marino di Tiro.
Con lo sviluppo della rete
stradale il quadro si completò. C’era la flotta. C’era la libertà di
navigazione. C’era una unità di misura standard.
E questo è l’IMPERO ROMANO
di Opicino.
E Pietro Vesconte ci mostra
i golfi di Utica e di Tunisi: dove combattè Scipione e dove, Polibio, ci
ricorda la rivolta dei Mercenari cartaginesi.
Attenzione:
Quello di Opicino è
identico a tutti gli altri Portolani. -Cum passuum da navegare- leggetelo: con
le miglia utili alla navigazione.
Per i Pedoni (Viandanti )
c’erano altre carte. Il mare è appena accennato.
Tito Livio ci ricorda di
una terribile pestilenza che colpì Roma e i Romani … che erano in quel di
Cagliari. Gli Iliensi e i Balari si misero a bruciare tutto. Non facevano le
processioni con tanto di bambini. Grave offesa. Arrivò il Console che, nello
scontato trionfo, mostrò una bella immagine della Sardegna. Seguitando a leggere Livio ci si rende conto
che molte località erano descritte in modo dettagliato. Quello si fa con una
carta davanti agli occhi.
Detto in parole povere: i
Romani avevano il loro metodo di censire il territorio. Noi apprezziamo le loro
strade. Quello che c’era dietro quel lavoro lo possiamo solo immaginare.
Disponiamo (Wikipedia) di
una ricostruzione della proiezione di Marino di Tiro: Proiezione cilindrica
equidistante. Usa una griglia di 15° a
settore. Si possono scomporre i settori da 45° in 10 parti da 4,5° ma la
posizione dei Tropici e dei circoli polari delle vecchie carte è improponibile
su questa carta.
Anche l’ORGANUM
DIRECTORIUM, che ci ha riproposto G. Mercatore, una volta corretto, si è
dimostrato utilissimo per fare carte e tracciare rotte. Tutte queste cose sono
state, già, spiegate.
Presentava settori 10
gradi. Sincronizzato su settori di 9 gradi … una bomba… storica!
Ma questo non si può
tollerare:
Tratto da:
I TOPONIMI DEL MEDITERRANEO
NEL COMPASSO DA NAVIGARE. Di BIANCA FADDA Università di Cagliari.
…..Il codice Hamilton 396 -
II cosiddetto codice Hamilton, è attualmente custodito nella Biblioteca dello
Stato Prussiano di Berlino. Scritto su buona pergamena, misura cm. 21 x 14 e
consta di 107 carte. La scrittura è una gotica libraria della fine del XIII
secolo (1) . Riguardo al contenuto, esso
si divide in tre parti. Nella prima sono descritte le coste da capo San
Vincenzo in Portogallo a Gibilterra; seguono le coste della Spagna
mediterranea, Francia, Italia, della penisola Balcanica fino ad Istambul,
dell'Anatolia, Siria, Palestina e ancora dell'Africa settentrionale fino a Capo
Spartel, ed infine le coste atlantiche del Marocco fino a Saffì. Sono precisate
le distanze tra le diverse località calcolate in miglia (2)
Dice la nota:
(2) Si tratta di un'unità di
misura non coincidente con quella omonima (miglio romano) utilizzata dai
romani negli "Itineraria Scripta", e pari agli attuali 1480 metri, ma
corrispondente a 5/6 (cinque sesti) di esso ossia 1230 metri, come ha stabilito
all'inizio di questo secolo H. WAGNER in
Der Ursprung der
"Kleinen Seemàile" auf den mittefafterlichen Seekarten der ltaliener,
Goningen,
1900
Per H.Wagner il miglio,
utilizzato nei portolani, era di 1230 metri.
Come si può gettare tanto fango addosso a Paolo dal Pozzo Toscanelli ?
All’uomo che ha costruito quello Gnomone che possiamo ammirare a Firenze. Per progettare quello strumento bisogna conoscere perfettamente la sfera della Terra e l’angolo d’incidenza dei raggi solari. Bastano i suoi lavori per farci venire la pelle d’oca. A proposito dei suoi lavori:
All’uomo che ha costruito quello Gnomone che possiamo ammirare a Firenze. Per progettare quello strumento bisogna conoscere perfettamente la sfera della Terra e l’angolo d’incidenza dei raggi solari. Bastano i suoi lavori per farci venire la pelle d’oca. A proposito dei suoi lavori:
Questa raffigurazione,
della volta celeste, si trova nella cappella dei Medici a san Lorenzo.
Una identica si trova nella
cappella dei Pazzi. Sapete chi è l’astronomo che ha raffigurato il cielo di
Firenze alle ore 10,30 del 4 luglio del 1442 sincronizzato sul meridiano della
città cinese di
Piccolo controllo: QUINSAI
si trova a 120° est. Così non dice nulla! Diciamola in quest’altro modo:
QUINSAI dista 90 gradi da Alessandria.
A questo punto sorge una
domanda:
Questo si trova in
rete, questo viene ripetuto in diversi siti.
… si è chiesto aiuto
all’Osservatorio di Arcetri in Firenze per eseguire un indagine astronomica
guidata da Giuseppe Forti. In un primo tempo è stato realizzato un programma al
computer per trovare la posizione del Sole della Luna e dei pianeti visibili
evidenziando la possibilità che i due pianeti erano Venere e Giove. Mercurio,
Marte e Saturno fanno il loro ingresso successivamente dopo un confronto con
stelle all’epoca del 1442 con astri fino alla 4° magnitudine che ha reso
evidenti altri oggetti che non facevano parte di alcuna costellazione. Questo studio
ha portato lo staff ad affermare che effettivamente le stelle erano nella
posizione indicate sopra Firenze, attorno alle 10:30 del mattino del 4 luglio
1422 del vecchio calendario Giuliano, data corrispondente al 13-14 luglio del
nostro attuale Calendario Gregoriano. La latitudine di osservazione viene
fornita dalla posizione del Polo Nord celeste e risulta essere molto vicino a
quella di Firenze.
Un altro astronomo,
sempre di Arcetri, si è misurato con questo mistero aprendo una nuova via
interpretativa. Fabrizio Massi analizzando la mappa stellare ha confermato il
giorno 4 Luglio del 1442 come giorno rappresentato e per la precisione alle
10.30 del mattino. Masi però esplora una nuova strada. Afferma che la volta
rappresentata non è del cielo sopra Firenze ma di un punto d’osservazione
diverso e cioè la posizione geografica è da collocare presso Shanhaiguan in
Cina. Ci fornisce le coordinate corrispondenti a 40° N 120° E. Queste coordinate,
secondo google maps, cadrebbero in acqua, ma poco distante da Shanhaiguan circa
a 18,5 km a nord-est. Posizionandosi sulla città di Shanhaiguan le coordinate
sono circa 40° N 29″ 119° E 46.
Paolo dal Pozzo Toscanelli morì a Firenze il 10 maggio del 1482.
Il Capo di Buona Speranza fu raggiunto dal navigatore portoghese Bartolomeo Diaz nel 1487.
(Solo cinque anni dopo la morte di Toscanelli).
Fu Vasco da Gama, nel 1497 a portare a termine il viaggio verso l’India.
Adesso vi chiedo se Paolo dal Pozzo Toscanelli può essere l’autore di questo testo:
Ho avuto altre volte l’occasione di parlare con te della rotta marittima per raggiungere la Regione delle Spezie, che è un percorso molto più breve di quello che voi fate costeggiando la Guinea (Africa occidentale). Tu mi dici ora che sua Altezza vorrebbe da me una dichiarazione o una dimostrazione per rendere possibile anche a persone di media cultura….
Toscanelli, l’astronomo, può aver scritto al canonico Ferdinando Martinez:
-La distanza da Lisbona a Quinsay, passando da occidente, via mare, è di 26 settori da 500 miglia (da 9 gradi).- La misura è precisa!
Sicuramente avrà mandato uno schema con i 26 settori. La differenza (distanza) tra 26 settori da 500 miglia è notevolmente diversa da 26 settori da 250 miglia; come riporta la celebre lettera.
Per ringraziare Fabrizio Massi e Giuseppe Forti
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