Il Codex Palatinus Graecus 398 (ff.
40v-54v) dell'inizio del X sec., conservato nella Biblioteca Universitaria di
Heidelberg, contiene il Periplo del Mar
Eritreo, il Periplo di Annone e
il Cinegetico di Arriano. Nel 1597 Abramo Ortelio (latinizzato come: Abrahamus Ortelius o
Orthellius, dal fiammingo Abraham Oertel; Ortels od Hortels) ci ha raffigurato questi lavori…
…. e ci sono, inoltre, gli errori di
Ulisse.
Nel Mappamundi di Hereford abbiamo visto
Augusto mandare Nicodosso, Teodoco, Policleto e Didimo a censire le terre. -Andate in tutto il Mondo e riferite al
Senato su tutti i suoi continenti.- Nel Periplo del mar Eritreo abbiamo la
prima relazione di queste esplorazioni. I Romani arrivarono fino al Gange e
scesero sulla costa africana di fronte al Madagascar. Tutte le località furono
censite.
Nella tavola Peutingeriana (detta anche Codex Vindobonensis)
viene raffigurato un Tempio, ad Augusto, vicino la città di Muziris; siamo
vicino alla punta più meridionale dell’India.
Chi volesse approfondire trova tutto in Rete: a proposito dei commerci
dei Romani sulla via della seta. Questo argomento lo lascio alle spiegazioni
ufficiali che sono ottime e approfondite.
Per quello che mi riguarda mi sono
ritrovato con i Portolani che raffigurano l’Impero Romano. Mi sono ritrovato con
carte che raffigurano il Nuovo Mondo (l’America) con parti ben cartografate
dell’Asia.
Oggi mi sto convincendo che i Romani
fossero ottimi cartografi. Se si osserva
una qualsiasi carta che raffigura lo sviluppo della loro rete stradale,
completa, se si considera che avessero una mappa generale in un loro catasto,
tracciare i profili costieri era un gioco da ragazzi; vedasi i portolani.
Questo ha ricopiato Pietro Vesconte.
A questo punto i Portoghesi mi
fucileranno.
E’ la prima carta del Nuovo Mondo;
fatta da Juan de la Cosa nel 1500.
I Romani non erano solo abili cartografi.
Il Faraone Hatshepsut,
per spedire le sue navi nel paese di Put, utilizzò l’antichissimo “Canale dei
Faraoni” che poi si insabbiò. Forse fu l’ultima spedizione ad utilizzarlo.
Sotto il dominio di
Traiano, nel 106 d.C., venne realizzato l'Amnis Traianus, un canale navigabile
che collegava il Mar Rosso con il Mediterraneo.
Le carte di Tolomeo lo segnalano
Gettando un’occhiata alle vecchie carte, specialmente a quelle che raffigurano il Delta di Tolomeo, ci imbattiamo
nella città di Babilonia e nel Fiume Traiano che arriva fino a Suez.
Se si cercano chiarimenti troviamo
un elenco di vecchi autori che ci
ricordano il Canale dei Faraoni.
Diodoro Siculo ci ricorda perché in
Egitto c’è una città di nome Babilonia.
Cap 50 ….Sesoosis, liberati i
sudditi dalle incombenze della guerra, ai suoi compagni di valore concesse una
vita tranquilla e la possibilità di godere i beni conquistati; dal canto suo
invece, dato che era amante della gloria e mirava a lasciare di sé ricordo
imperituro, fece costruire opere grandi e ammirevoli non meno per il progetto
che per il costo di realizzazione, opere destinate ad assicurare a lui fama
immortale e agli abitanti dell'Egitto sicurezza e tranquillità per sempre.
Infatti, cominciando dagli dèi, promosse in tutte le città egiziane la costruzione
di un tempio dedicato al dio che è oggetto di speciale venerazione da parte dei
singoli centri urbani. Nei lavori non impiegò nessuno degli abitanti
dell'Egitto, ma ricorse unicamente alla manodopera dei prigionieri di guerra;
ragion per cui su tutti i templi fece apporre un'iscrizione a documentare che
nessuno dei nativi aveva speso le sue fatiche in tale opera. Si racconta che i
prigionieri deportati da Babilonia si ribellarono al Re, non potendo più
sopportare le misere condizioni di lavoro; essi
occuparono una postazione fortificata sulle rive del fiume e mantennero un
continuo stato di guerra con gli abitanti dell'Egitto, saccheggiando i
territori limitrofi; infine, essendo stata concessa loro un'amnistia, si
stabilirono in quel luogo, cui diedero il nome di Babilonia in
ricordo della patria. Per ragioni simili, secondo la tradizione, anche la
cittadina di Troia, che ancor si trova sulle rive del Nilo, ricevette il
proprio nome: infatti Menelao, durante il viaggio di ritorno da Ilio con molti
prigionieri, sbarcò in Egitto, dove i Troiani, ribellatiglisi, occuparono una
piccola porzione di territorio e continuarono a combattere finché non fu
concessa loro garanzia di sicurezza e poterono fondare una città a cui diedero
lo stesso nome della loro patria. Non ignoro però che a proposito di queste due
città Ctesia di Cnido racconta una storia diversa, sostenendo che alcuni di
coloro che vennero in Egitto al seguito di Semiramide furono i fondatori di
tali città, a cui imposero il nome delle rispettive città d'origine. Ma anche
se non è facile, in materia come questa, esporre con esattezza il vero,
tuttavia è necessario registrare le discordanti versioni degli storici, in modo
da permettere ai lettori di giudicare senza pregiudizi la verità.
Adesso sappiamo come e perchè esiste
una Babilonia in Egitto. Poi si scopre che nella Cairo Vecchia esiste una
fortezza romana, nota come Fortezza Babilonia, che serviva al controllo del
traffico navale diretto nel Mar Rosso. Traffico che utilizzava il fiume fatto
costruire da Traiano.
I conti non tornano. Controllando
google/maps non si trova nulla che indichi un canale tra il Cairo e la città si
Suez: un vecchio canale che va dritto a Est come riportano le carte tolemaiche.
Ho controllato che non ci fosse un canale
che collegasse la città di Babilonia all’antico canale dei faraoni. Nella
Wikipedia, alla voce: Uadi Tumilat, ho trovato una carta del 1880 …
Sotto la città di Zagazic c’è Bubasti
con il vecchio Canale dei Faraoni che va verso la Uadi Tumilat.
Sopra la città di Bilbeis (Belbeis)
sono segnalate rovine romane. Ho seguito il canale di Bilbeis e sono arrivato
dritto al Cairo.
A questo punto ho fatta un primo
abbozzo del Fiume di Traiano che si collega con il vecchio canale dei faraoni.
Immaginiamo quale lavoro di bonifica
totale fu fatta per permettere alle navi romane di arrivare a Suez.
Tratto da:
Costantinopoli e l’Egitto - Studi Statistici-Storici-Politici-Commerciali
Di CESARE VIMERCATI 1849
(su google)
….Ma a qual’epoca dunque il famoso canale fu lasciato ostruir
dalle sabbie? Siccome Traiano si
serviva di esso principalmente per far trasportare i marmi preziosi tolti alle
cave del monte Fateereh, così si ha ragione di credere che l’epoca dell’ostruzione
del canale coincida col tempo in cui quella cava si dovette abbandonare per
appigliarsi alle altre di granito più vicine al Nilo. Wilkinson che ha fatte
diligenti indagini sul luogo, ha trovato in che tempo le cave di granito del
monte Fateereh furono abbandonate. Molti pezzi di colonne, e capitelli, e
basamenti, e frammenti architettonici che evidentemente non aspettavano che di
essere trasportati altrove per esser messi in opera, ma che invece si
lasciarono al loro posto e ancor vi giacciono da secoli, provano che la
comunicazione dei due mari fu improvvisamente interrotta, e che per conseguenza
non poteronsi più trasportare quei pezzi già preparati. Si dovette andare in
traccia di altre cave per le fabbriche romane, e un’iscrizione trovata a Syene
attesta appunto che sul principio del secolo III dell’éra nostra, sotto
Settimio Severo, si trovarono tali cave atte a somministrare grosse colonne e
pilastri in gran numero. Dal principio del III secolo il canale rimase
chiuso fino alla metà del secolo VII, ossia fino alla conquista dell’Egitto fatta dagli Arabi. Il califfo Omar provide
allora al suo ristabilimento. Esso fu scavato di nuovo cominciando da Fosthath
(l’antica Cairo) ripercorrendo così la traccia del canale di Traiano. E quel
gran lavoro fu condotto con tanta energia che in meno di un anno per quella
nuova via poterono trasferirsi a Clysma dei grossi vascelli
carichi di granaglie. La navigazione continuò in tal guisa fino al califfo
Almanzor il quale ordinò espressamente di chiudere il canale per impedire il
trasporto dei viveri al califfato di Mohavmed-Ben-Abdoullaih che gli si era
ribellato: il che avvenne verso gli anni 762-767 dell’èra nostra. Dopo quest’epoca,
per quanto si può conoscere, il canale non fu più ricostruito….
Appendice:
Oggi,
grazie alla Wikimedia Commons, possiamo
dare una sbirciatina diversa al mitico …
…Periplo
del Mar Eritreo.
Chi
volesse “leggerne” una ottima traduzione dal greco c’è il libro di Stefano Belfiore:
Chi
volesse approfondire le problematiche della navigazione nel M.Rosso vedere:
I porti
romani nel Mar Rosso da Augusto al Tardoantico. Un pdf di Dario Nappo
Strabone;
che si era aggregato alla spedizione del
prefetto Gaio Elio Gallo:
Eppure
Gallo fece costruire non meno di 80 navi, fra biremi, triremi e vascelli
leggeri, nei pressi di Cleopatris, non lontana dall’antico canale che si diparte
dal Nilo. Quando si rese conto di essersi ingannato, fece costruire centotrenta
navi da carico e vi fece imbarcare circa 10.000 soldati scelti fra quelli che
erano di stanza in Egitto e fra gli alleati, dei quali 500 erano Giudei e 1.000
Nabatei al seguito di Silleo. (dal lavoro di Dario Nappo. Trad. Nicola Biffi).
Correva l’anno 25 a.C.
Scrive Strabone: Cleopatris, non lontana dall’antico canale
che si diparte dal Nilo.
Stiamo parlando di Arsinoe Cleopatris nella zona della
città di Suez. Il canale, quello antico, c’era.
Terminerei con Diodoro Siculo (III 40) :
Alla fine del Golfo Arabico (M.Rosso), dove il Golfo subisce una contrazione e inizia una
curvatura verso le regioni dell’Arabia, il mare ha un aspetto lagunare e il
colore prevalente è il VERDE. Ciò è dovuto alla grande quantità di alghe che si
notano nella trasparenza dell’acqua. La parte più stretta di quel mare era
idonea solo alla navigazione a remi. Navi appesantite da carichi notevoli, come
per il trasporto di elefanti, avevano problemi perché il fondale misurava 3
orgie (una misura di lunghezza della
Grecia e dell’Egitto equivalente a circa 177,6 cm, pari a due braccia distese).
A questo punto ci sarebbero da fare i complimenti a
Ortelius.
Rolando Berretta
Nessun commento:
Posta un commento