Pagine

mercoledì 25 aprile 2018

Le Aquile volarono lontano




Il Codex Palatinus Graecus 398 (ff. 40v-54v) dell'inizio del X sec., conservato nella Biblioteca Universitaria di Heidelberg, contiene il Periplo del Mar Eritreo, il Periplo di Annone e il Cinegetico di Arriano. Nel 1597 Abramo Ortelio (latinizzato come: Abrahamus Ortelius o Orthellius, dal fiammingo Abraham Oertel; Ortels od Hortels) ci ha raffigurato questi lavori…



…. e ci sono, inoltre, gli errori di Ulisse.
Nel Mappamundi di Hereford abbiamo visto Augusto mandare Nicodosso, Teodoco, Policleto e Didimo a censire le terre. -Andate in tutto il Mondo e riferite al Senato su tutti i suoi continenti.- Nel Periplo del mar Eritreo abbiamo la prima relazione di queste esplorazioni. I Romani arrivarono fino al Gange e scesero sulla costa africana di fronte al Madagascar. Tutte le località furono censite.   
Nella tavola Peutingeriana (detta anche Codex Vindobonensis)



viene raffigurato un Tempio,  ad Augusto, vicino la città di Muziris; siamo vicino alla punta più meridionale dell’India.

Chi volesse approfondire trova tutto in Rete: a proposito dei commerci dei Romani sulla via della seta. Questo argomento lo lascio alle spiegazioni ufficiali che sono ottime e approfondite.

Per quello che mi riguarda mi sono ritrovato con i Portolani che raffigurano l’Impero Romano. Mi sono ritrovato con carte che raffigurano il Nuovo Mondo (l’America) con parti ben cartografate dell’Asia.



Oggi mi sto convincendo che i Romani fossero ottimi cartografi.  Se si osserva una qualsiasi carta che raffigura lo sviluppo della loro rete stradale, completa, se si considera che avessero una mappa generale in un loro catasto, tracciare i profili costieri era un gioco da ragazzi; vedasi i portolani.  


Questo ha ricopiato Pietro Vesconte.

A questo punto i Portoghesi mi fucileranno.



E’ la prima carta del Nuovo Mondo; fatta da Juan de la Cosa nel 1500.

I Romani non erano solo abili cartografi.

Il Faraone Hatshepsut, per spedire le sue navi nel paese di Put, utilizzò l’antichissimo “Canale dei Faraoni” che poi si insabbiò. Forse fu l’ultima spedizione ad utilizzarlo.
Sotto il dominio di Traiano, nel 106 d.C., venne realizzato l'Amnis Traianus, un canale navigabile che collegava il Mar Rosso con il Mediterraneo.

Le carte di Tolomeo lo segnalano



I Romani arrivarono anche in Australia???? (vedasi il genovese Nicolò Caveri)

  
Gettando un’occhiata alle vecchie carte, specialmente a quelle che raffigurano il Delta di Tolomeo, ci imbattiamo nella città di Babilonia e nel Fiume Traiano che arriva fino a Suez.
Se si cercano chiarimenti troviamo un  elenco di vecchi autori che ci ricordano il Canale dei Faraoni.
  


Diodoro Siculo ci ricorda perché in Egitto c’è una città di nome Babilonia.

Cap 50 ….Sesoosis, liberati i sudditi dalle incombenze della guerra, ai suoi compagni di valore concesse una vita tranquilla e la possibilità di godere i beni conquistati; dal canto suo invece, dato che era amante della gloria e mirava a lasciare di sé ricordo imperituro, fece costruire opere grandi e ammirevoli non meno per il progetto che per il costo di realizzazione, opere destinate ad assicurare a lui fama immortale e agli abitanti dell'Egitto sicurezza e tranquillità per sempre. Infatti, cominciando dagli dèi, promosse in tutte le città egiziane la costruzione di un tempio dedicato al dio che è oggetto di speciale venerazione da parte dei singoli centri urbani. Nei lavori non impiegò nessuno degli abitanti dell'Egitto, ma ricorse unicamente alla manodopera dei prigionieri di guerra; ragion per cui su tutti i templi fece apporre un'iscrizione a documentare che nessuno dei nativi aveva speso le sue fatiche in tale opera. Si racconta che i prigionieri deportati da Babilonia si ribellarono al Re, non potendo più sopportare le misere condizioni di lavoro; essi occuparono una postazione fortificata sulle rive del fiume e mantennero un continuo stato di guerra con gli abitanti dell'Egitto, saccheggiando i territori limitrofi; infine, essendo stata concessa loro un'amnistia, si stabilirono in quel luogo, cui diedero il nome di Babilonia in ricordo della patria. Per ragioni simili, secondo la tradizione, anche la cittadina di Troia, che ancor si trova sulle rive del Nilo, ricevette il proprio nome: infatti Menelao, durante il viaggio di ritorno da Ilio con molti prigionieri, sbarcò in Egitto, dove i Troiani, ribellatiglisi, occuparono una piccola porzione di territorio e continuarono a combattere finché non fu concessa loro garanzia di sicurezza e poterono fondare una città a cui diedero lo stesso nome della loro patria. Non ignoro però che a proposito di queste due città Ctesia di Cnido racconta una storia diversa, sostenendo che alcuni di coloro che vennero in Egitto al seguito di Semiramide furono i fondatori di tali città, a cui imposero il nome delle rispettive città d'origine. Ma anche se non è facile, in materia come questa, esporre con esattezza il vero, tuttavia è necessario registrare le discordanti versioni degli storici, in modo da permettere ai lettori di giudicare senza pregiudizi la verità.

Adesso sappiamo come e perchè esiste una Babilonia in Egitto. Poi si scopre che nella Cairo Vecchia esiste una fortezza romana, nota come Fortezza Babilonia, che serviva al controllo del traffico navale diretto nel Mar Rosso. Traffico che utilizzava il fiume fatto costruire da Traiano.
I conti non tornano. Controllando google/maps non si trova nulla che indichi un canale tra il Cairo e la città si Suez: un vecchio canale che va dritto a Est come riportano le carte tolemaiche.
Ho controllato che non ci fosse un canale che collegasse la città di Babilonia all’antico canale dei faraoni. Nella Wikipedia, alla voce: Uadi Tumilat, ho trovato una carta del 1880 …



Sotto la città di Zagazic c’è Bubasti con il vecchio Canale dei Faraoni che va verso la Uadi Tumilat.
Sopra la città di Bilbeis (Belbeis) sono segnalate rovine romane. Ho seguito il canale di Bilbeis e sono arrivato dritto al Cairo.
A questo punto ho fatta un primo abbozzo del Fiume di Traiano che si collega con il vecchio canale dei faraoni. Immaginiamo quale  lavoro di bonifica totale fu fatta per permettere alle navi romane di arrivare a Suez.


Tratto da:
Costantinopoli e l’Egitto -  Studi Statistici-Storici-Politici-Commerciali
Di CESARE VIMERCATI  1849  (su google)
….Ma a qual’epoca dunque il famoso canale fu lasciato ostruir dalle sabbie? Siccome Traiano si serviva di esso principalmente per far trasportare i marmi preziosi tolti alle cave del monte Fateereh, così si ha ragione di credere che l’epoca dell’ostruzione del canale coincida col tempo in cui quella cava si dovette abbandonare per appigliarsi alle altre di granito più vicine al Nilo. Wilkinson che ha fatte diligenti indagini sul luogo, ha trovato in che tempo le cave di granito del monte Fateereh furono abbandonate. Molti pezzi di colonne, e capitelli, e basamenti, e frammenti architettonici che evidentemente non aspettavano che di essere trasportati altrove per esser messi in opera, ma che invece si lasciarono al loro posto e ancor vi giacciono da secoli, provano che la comunicazione dei due mari fu improvvisamente interrotta, e che per conseguenza non poteronsi più trasportare quei pezzi già preparati. Si dovette andare in traccia di altre cave per le fabbriche romane, e un’iscrizione trovata a Syene attesta appunto che sul principio del secolo III dell’éra nostra, sotto Settimio Severo, si trovarono tali cave atte a somministrare grosse colonne e pilastri in gran numero. Dal principio del III secolo il canale rimase chiuso fino alla metà del secolo VII, ossia fino alla conquista dell’Egitto fatta dagli Arabi. Il califfo Omar provide allora al suo ristabilimento. Esso fu scavato di nuovo cominciando da Fosthath (l’antica Cairo) ripercorrendo così la traccia del canale di Traiano. E quel gran lavoro fu condotto con tanta energia che in meno di un anno per quella nuova via poterono trasferirsi a Clysma dei grossi vascelli carichi di granaglie. La navigazione continuò in tal guisa fino al califfo Almanzor il quale ordinò espressamente di chiudere il canale per impedire il trasporto dei viveri al califfato di Mohavmed-Ben-Abdoullaih che gli si era ribellato: il che avvenne verso gli anni 762-767 dell’èra nostra. Dopo quest’epoca, per quanto si può conoscere, il canale non fu più ricostruito….

Appendice:

Oggi, grazie alla  Wikimedia Commons, possiamo dare una sbirciatina diversa al mitico …

…Periplo del Mar Eritreo.

Chi volesse “leggerne” una ottima traduzione dal greco c’è il libro di Stefano Belfiore:

Chi volesse approfondire le problematiche della navigazione nel M.Rosso vedere:
I porti romani nel Mar Rosso da Augusto al Tardoantico. Un pdf di  Dario Nappo

Strabone;  che si era aggregato alla spedizione del prefetto Gaio Elio Gallo:
Eppure Gallo fece costruire non meno di 80 navi, fra biremi, triremi e vascelli leggeri, nei pressi di Cleopatris, non lontana dall’antico canale che si diparte dal Nilo. Quando si rese conto di essersi ingannato, fece costruire centotrenta navi da carico e vi fece imbarcare circa 10.000 soldati scelti fra quelli che erano di stanza in Egitto e fra gli alleati, dei quali 500 erano Giudei e 1.000 Nabatei al seguito di Silleo.  (dal lavoro di Dario Nappo. Trad. Nicola Biffi).
Correva l’anno 25 a.C.
Scrive Strabone: Cleopatris, non lontana dall’antico canale che si diparte dal Nilo.
Stiamo parlando di Arsinoe Cleopatris nella zona della città di Suez. Il canale, quello antico, c’era.

Terminerei con Diodoro Siculo (III 40) :
Alla fine del Golfo Arabico (M.Rosso), dove il Golfo subisce una contrazione e inizia una curvatura verso le regioni dell’Arabia, il mare ha un aspetto lagunare e il colore prevalente è il VERDE. Ciò è dovuto alla grande quantità di alghe che si notano nella trasparenza dell’acqua. La parte più stretta di quel mare era idonea solo alla navigazione a remi. Navi appesantite da carichi notevoli, come per il trasporto di elefanti, avevano problemi perché il fondale misurava 3 orgie (una misura di lunghezza della Grecia e dell’Egitto equivalente a circa 177,6 cm, pari a due braccia distese).


A questo punto ci sarebbero da fare i complimenti a Ortelius.

Rolando Berretta

Nessun commento:

Posta un commento