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lunedì 27 luglio 2020

Ex cattedrale di Santa Maria di Tratalias - SU



L’ex cattedrale di Santa Maria è l'unico edificio che resta del borgo medievale semiabbandonato per lo sviluppo dell’abitato moderno poco distante, la sua struttura campeggia tra i resti delle basse abitazioni che oggi rivivono grazie alla loro conversione in piccoli centri adibiti ad uso turistico e didattico.



Dagli inizi del XIII secolo (entro il 1218), in seguito allo spopolamento del sito costiero di Sant’Antioco, Tratalias subentrò ad esso in qualità di sede della cattedra vescovile di Sulcis fino al 1503, quando una bolla di Giulio II designò Iglesias quale sede diocesana.

La villa di Tratalias,  dopo la fine del giudicato di Calari nel 1258 che determinò l’occupazione pisana dei suoi territori, passò alla famiglia dei signori della Gherardesca, la cui proprietà fu confermata nel 1324 dai sovrani iberici che subentrarono agli stessi pisani.



Santa Maria di Tratalias rappresenta uno dei monumenti religiosi meglio conservati e più importanti del romanico sardo.

L’epigrafe di fondazione del 1213 si trova ancora in situ all’interno dell’abside, mentre quella, ormai scomparsa, relativa alla fine dei lavori (1282), era collocata nel pulpito che era addossato al terzo pilastro sinistro.
La chiesa romanica, con coperture lignee e abside orientata a N/E, si presenta a tre navate divise da arcate a tutto sesto impostate su pilastri quadrangolari sagomati agli spigoli.  

                      


Il monumento in pietra sedimentaria e vulcanica fu realizzato da maestranze locali già orientate verso modi gotici.
La facciata si articola orizzontalmente in due ordini divisi da una fascia vuota che sovrasta una cornice su archetti.

                                   


Il primo ordine è diviso in tre specchi, i due laterali, pur presentando due rombi scolpiti in negativo, sono lisci, mentre in quello centrale è presente un portale i cui stipiti reggono un architrave e un arco di scarico a tutto sesto terminante con un sopracciglio decorato con motivi vegetali.



Il secondo ordine presenta un unico specchio archeggiato dove si apre un rosone a sagoma lobata e ghiera di foglie dalla cima ricurva.



Al di sopra dell’ultimo ordine è presente una seconda cornice su cui si eleva il timpano dotato di scala esterna che conclude il prospetto.



Sia nella facciata che nei prospetti laterali e quello absidale si dispongono archetti su peducci con soggetti vegetali. Nella parte superiore del lato nord, oltre alle semplici finestre, si può osservare un rombo gradinato.



I portali laterali, pur riprendendo lo schema di quello della facciata, differiscono tra loro per alcuni particolari, quello del lato sud è accessibile tramite una scalinata e presenta nella cornice dell'archivolto decorazioni a palmette e caulicoli, mentre quello del lato nord presenta l’arco di scarico a sesto acuto e due leoni in rilievo affrontati nell’architrave.





Il prospetto absidale diviso in tre parti da lesene piatte è coronato da archetti pensili su peducci gradinati.



L’interno a pianta rettangolare è diviso in tre navate da arcate a tutto sesto impostate su pilastri dagli spigoli smussati.
L’aula è illuminata dal rosone della facciata, dalla bifora aperta sopra l’abside e dalle monofore laterali.

Sulla controfacciata è presente un sistema di scale che consente di accedere al tetto grazie alla rampa posta sul timpano esterno della facciata.

Nella navata di sinistra è possibile ammirare un trittico cinquecentesco dove è raffigurata la Madonna in trono fra san Giovanni Battista e san Giovanni Evangelista.

Nel 1503, quando la sede vescovile fu trasferita a Iglesias, il simulacro della Vergine fu trasportato nella nuova destinazione. 
Ogni anno, nella settimana compresa tra il giovedì precedente l’Ascensione e il martedì successivo,  i cittadini di Tratalias organizzano una grande festa in onore della santa. 
Il giovedì precedente l’ascensione i fedeli riportano il simulacro a Tratalias e attirano gli altri devoti accendendo un fuoco, dopo i festeggiamenti, il martedì successivo, la statua riparte alla volta di Iglesias dove arriva dopo aver fatto tappa di un giorno a Gonnesa.

Fabrizio e Giovanna



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