Le torri dei sardi Tyrsenoi così simili a quelle etrusche
http://www.repubblica.it/online/spettacoli_e_cultura/etruschi/tirsenoy/tirsenoy.html
Il professor Camporeale parla dei singolari rapporti
tra la civiltà nuragica e quella dell'antico popolo toscano
Le torri dei sardi Tyrsenoi
così simili a quelle etrusche
Un vaso, l'askos, compare sia in Sardegna che in Etruria
Se ne trovarono molti a Vetulonia, una specie di antica Milano
di SERGIO FRAU
Vetulonia?
"Era la Milano degli Etruschi. Il più importante centro commercial-metallurgico tra IX e VI secolo a.C... Il più ricco e tecnologicamente avanzato...".
I Signori di quelle sue miniere?
"Sardi. Sicuramente Sardi...".
Non fosse l'etruscologo Giovanni Camporeale - anni di cattedra a Firenze, anni di scavi a Vetulonia - a regalartela questa sorpresa che, una volta digerita, metabolizzata dal resto dell'Accademia, potrebbe far riscrivere alcune pagine oscure della prima Storia mediterranea, sarebbe indispensabile prenderla qualche cautela. Ma è lui che ce la dice, e a registratore acceso: un allievo di Giacomo Devoto, uno dei migliori, l'organizzatore di quella mostra - Gli Etruschi e l'Europa - che affascinò Parigi prima, Berlino poi, e che tutti ancora ricordano come la più bella mai realizzata finora sui Tirreni del I millennio a.C.; un cervellone, insomma... Professore ce lo racconta com'è arrivato a questa sua certezza?
"Ce l'ha presente l'askòs?"
Prego?
"L'askòs. Letteralmente significa ventre. È uno strano vasetto che ricorda proprio quegli otri fatti con lo stomaco degli animali e usati per il vino o l'olio. Ha un collo-beccuccio laterale, allungato e decentrato, che lo squinterna un po' rendendolo davvero inconfondibile...".
E allora?
"Si tratta di un vaso tipicamente sardo: a cominciare dall'XI secolo ne trovi ovunque in Sardegna. E non era mica un vaso normale. I colleghi sardi dicono che poteva contenere bevanda di mirto, ma vere certezze non le hanno. Doveva, comunque, essere legato a riti particolari visto che lì, nell'isola, lo si è rintracciato sempre in situazioni legate alla religiosità. Be', di questo tipo di vaso in giro per l'Etruria ne troviamo un po' dappertutto, nelle tombe: due, tre a Chiusi, a Cerveteri, a Volterra, a Bisenzio, fin giù nella Campania etrusca...".
http://www.repubblica.it/online/spettacoli_e_cultura/etruschi/tirsenoy/tirsenoy.html
Il professor Camporeale parla dei singolari rapporti
tra la civiltà nuragica e quella dell'antico popolo toscano
Le torri dei sardi Tyrsenoi
così simili a quelle etrusche
Un vaso, l'askos, compare sia in Sardegna che in Etruria
Se ne trovarono molti a Vetulonia, una specie di antica Milano
di SERGIO FRAU
Vetulonia?
"Era la Milano degli Etruschi. Il più importante centro commercial-metallurgico tra IX e VI secolo a.C... Il più ricco e tecnologicamente avanzato...".
I Signori di quelle sue miniere?
"Sardi. Sicuramente Sardi...".
Non fosse l'etruscologo Giovanni Camporeale - anni di cattedra a Firenze, anni di scavi a Vetulonia - a regalartela questa sorpresa che, una volta digerita, metabolizzata dal resto dell'Accademia, potrebbe far riscrivere alcune pagine oscure della prima Storia mediterranea, sarebbe indispensabile prenderla qualche cautela. Ma è lui che ce la dice, e a registratore acceso: un allievo di Giacomo Devoto, uno dei migliori, l'organizzatore di quella mostra - Gli Etruschi e l'Europa - che affascinò Parigi prima, Berlino poi, e che tutti ancora ricordano come la più bella mai realizzata finora sui Tirreni del I millennio a.C.; un cervellone, insomma... Professore ce lo racconta com'è arrivato a questa sua certezza?
"Ce l'ha presente l'askòs?"
Prego?
"L'askòs. Letteralmente significa ventre. È uno strano vasetto che ricorda proprio quegli otri fatti con lo stomaco degli animali e usati per il vino o l'olio. Ha un collo-beccuccio laterale, allungato e decentrato, che lo squinterna un po' rendendolo davvero inconfondibile...".
E allora?
"Si tratta di un vaso tipicamente sardo: a cominciare dall'XI secolo ne trovi ovunque in Sardegna. E non era mica un vaso normale. I colleghi sardi dicono che poteva contenere bevanda di mirto, ma vere certezze non le hanno. Doveva, comunque, essere legato a riti particolari visto che lì, nell'isola, lo si è rintracciato sempre in situazioni legate alla religiosità. Be', di questo tipo di vaso in giro per l'Etruria ne troviamo un po' dappertutto, nelle tombe: due, tre a Chiusi, a Cerveteri, a Volterra, a Bisenzio, fin giù nella Campania etrusca...".
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