A proposito dei fratelli Gaspar e Miguel Cortereal:
le uniche fonti le abbiamo nelle “lettere” di Alberto Cantino e di Pietro
Pasqualigo.
Le navi, ben armate, che partirono furono solo 2 (due); questo hanno
scritto!
Cantino fa ritornare una nave il
giorno alli undece del presente; siamo nell’ottobre del 1501.
La lettera fu scritta da Lisbona 1501
17 ottobre
Pietro Pasqualigo scrisse una prima lettera alla Signoria di Venezia: A di 9 dil presente; lettera scritta a
di 18 octubrio
Sempre il Pasqualigo, in data XIX
octobrio, scrisse ai fratelli: A dir
VIII del presente..
Da quello che hanno interpretato “gli storici”
al Pasqualigo che fa rientrare la nave il giorno 8 di ottobre (o il 9), . hanno
aggiunta quella che il Cantino ha segnalato in data 11 ottobre quindi con 7 +
50 persone; termino qui. Il fatto
curioso è che nessuno dei due (Cantino/Pasqualigo) si ricordasse in quale
giorno rientrò quella nave guidata da Miguel Cortereal. Per i “nostri” quella
guidata da Gaspar era attesa da un giorno all’altro; non è mai arrivata con la
cinquantina di nativi che aveva a bordo. Una persona normale avrebbe scritto,
alla Signoria, che erano rientrate due navi. La prima il giorno 8 e la seconda
il giorno 9. Stessa cosa con i fratelli. Purtroppo, per gli storici, la nave
che rientrò era solo quella del Miguel. Le navi che partirono, mi ripeto, erano due di numero e non 3 (tre)
come scrivono tutti i testi di Storia.
Questi sono gli indirizzi utili:
Fava, Domenico ;
Montagnani, Carlo
Mostra colombiana e americana della R. Biblioteca Estense : documenti e edizioni a stampa esposti dal R. Archivio di Stato e dalla R. Biblioteca Estense di Modena nell'anniversario della scoperta dell'America (12 ottobre)
Mostra colombiana e americana della R. Biblioteca Estense : documenti e edizioni a stampa esposti dal R. Archivio di Stato e dalla R. Biblioteca Estense di Modena nell'anniversario della scoperta dell'America (12 ottobre)
Sono
lettere selezionate per quel periodo.
Henry Harrisse, in un testo dedicato ai Cortereal riporta, i testi in
oggetto. Cita le fonti veneziane per il Pasqualigo e quelle degli D’Este per
Cantino.
Iniziamo dal Cantino come lo riporta la Biblioteca Estense di Modena
In queste pagine si possono leggere altre due lettere di Cantino:
Orano, 1501, 7 giugno
“…Et cusì anchora ho inteso da uno proprio che se è trovato in facto; como
in quelle insule del re de Spagna più ultime hora se ritrovato una miniera de
oro, de la quale ne hanno portato al presente per quatordece milia ducati, et
ne esce grane che pesano cento vinti ducati luno, qual se dice esser cosa
meravigliosa…..
Questa prima lettera ci dice che Cantino il 7 giugno del 1501 era ad Orano.
Sicuramente via Ceuta, sullo stretto di Gibilterra e in mano ai Portoghesi, ha
raggiunto Lisbona dove lo troviamo nell’ottobre dello stesso anno. Per
completare la lettera del 17 ottobre abbiamo utilizzato il testo completo, della stessa, come lo riporta Henry Harrisse.
Questo per quanto
riguarda la Bibioteca Estense di Modena; ecco come termina la Lettera Henry
Harrisse:
Questo per quanto
riguarda Alberto Cantino nella Biblioteca Estense di Modena.
L’esposizione delle
lettere dell’ambasciatore veneziano Pietro Pasqualigo si hanno in:
Per quella alla
Signoria di Venezia:
Marin Sanudo, nato
da nobile famiglia veneziana il 22 giugno 1466, ha lasciato un’opera di
fondamentale importanza: i Diarii, che iniziò a scrivere il 1° gennaio 1496 e
che continuò quasi fino alla morte, avvenuta nel 1536. In essi segui giorno per
giorno la cronaca minuta, trascrivendo documenti e lettere e riportando anche
notizie di costume sulla società dell’epoca. Ne possediamo un’edizione in 58
volumi: MARINO SANUDO, I Diarii, 1496-1533, per cura di R. FULIN, F. STEFANI,
N. BONAZZI etc., Venezia, 1879-1902.
Cantino, nella
lettera del 17 ottobre, ci ricorda che:
Abbiamo appreso che nei primi di
ottobre furono invitati al Sintra. Posso, solo, immaginare che tipo di vita
abbiano fatto in quella settimana. Cantino era presente al momento della relazione
del Capitano (Miguel) al Re. Per la data credo che il Pasqualigo abbia
riportato quella dell’arrivo in porto; il giorno 8 (o 9) mentre Cantino segnala
quella della presentazione a Corte; il giorno 11.
Una cosa è certa: nessuno dei due
segnala l’arrivo di due navi in date diverse; le date di compilazione sono posteriori.
Cerchiamo di correggere il primo
errore del Pasqualigo (o di Marin Sanudo al momento della trascrizione; 7
invece di VII ):
Il Pasqualigo
segnala VII nativi tra uomini, donne
e bambini: forse erano LII. Cantino ne segnala 50. Dato che Gaspar era
atteso con altrettanti nativi è lecito pensare che fossero stati divisi in due
gruppi. Non è logico che Miguel ne
riportasse VII mentre Gaspar proseguiva la ricerca con 50 persone a bordo con
tutti i problemi relativi.
Su una cosa i due
relatori sono concordi: le navi partite erano due (2)!
Il Pasqualigo, in
quella alla Signoria di Venezia, scrive che era di 1.800 miglia. In quella ai
fratelli scrive II.M. miglia. (2.000 miglia; ci siamo). Cantino scrive 2.800
miglia; forse erano 1.800. Questa misura va bene… sulle carte del periodo. In
realtà sono circa 2,500.
Se la distanza da Capo Verde alla Raya vale 10 (dieci) allora la distanza da Lisbona all’Isola toccata da Caboto e dai Corte Real vale 13 (tredici) : ossia sono 1.820 miglia. Fate tutti i calcoli.
Miguel Corte-Real stà dando la distanza esatta ricavata dalle charte già assemblate.
Storia (?): Alla fine del XV secolo Ercole I d’Este, duca di Ferrara,
inviò Alberto Cantino a Lisbona con l'incarico formale di commerciante di
cavalli ma in realtà per raccogliere riservatamente informazioni sulle scoperte
geografiche portoghesi. In due lettere al Duca, datate al 17 e al 18 ottobre
1501, Cantino riferisce di aver sentito l'esploratore Gaspar Corte. Real esporre al re Manuel I i risultati del
suo ultimo viaggio a Terranova.
C’è, sempre, un’altra ipotesi da fare. Il Pasqualigo e il
Cantino hanno vissuto una realtà diversa da quella vera. Come scrivono i nostri
“vecchi storici” Gasparo (Gaspar) partì.
(Henry Harrisse riporta altri
documenti pag. 164 e pag 202/3 ).
Miguel Corte Real, che era a Malaga;
nell’agosto del 1501, fece questa richiesta:
….vi faccio questa richiesta per
conto del re e chiedo a Fernao di Alcacova, che conosce le mie esigenze, di
certificarla. Datata 6 agosto
1501
In allegato a questa lettera, è
presente una ricevuta, firmata da Miguel, così strutturata:
…Io, Miguel Corte Real, riconosco di
aver ricevuto da Cristovan Lopez, scudiero (possidente) del nostro re,
due barili di vino e venti “arrobes” di carne. Ricevo quindi il cibo di ottanta
persone…
a cui mancava il cibo; che si imbarcarono
il 7 agosto. Erano i viveri per 3 mesi.
E’ questa “seconda” spedizione che
rientrò ai primi di ottobre? della quale parlano i nostri relatori?
Quello che sentirono riguardava due
navi mandate ad esplorare e non a cercare un fratello scomparso. Nessun
accenno a Gaspar.
Con quello che sentirono, in diretta,
Cantino e Pasqualigo, stride.
Cosa hanno fatto gli storici portoghesi a questo
punto? Semplice.
Hanno puntato il dito sulla spia “00 d’Este”
La lettera del Cantino termina:
Metterò un termine il quale ora ha posto in uso questo Re; tutti coloro
quali sono nel suo regno commettono cose digne de gran pena overo di morte,
tutti quelli fa pigliare ne alcuno ne amazza, et servandoli col tempo gli manda
in questi lochi et insule ritrovate et imponeli questo, che se mai per alcun
tempo ritornarano de donde gli harano lassati per terra a Lisbona, perdonali el
delicto, et fali mercede de cinque cento ducati, ma credo io che rari ve ne tornarono,
benche in uno locho che si chiama Sancta Croce, per essere dilectevole da bona
aria et de dolcissimi fructi abondante, fugirno cinque marinai dele nave del
Re, et non volseno più tornare in nave, et li restarno.
Me racomando a V.Ex.tia
Quest’ultima parte dimostra che, delle scoperte portoghesi, al Cantino
interessava poco. Della località
della Santa Croce dice, con tono sarcastico, che cinque marinai preferirono
restare in quella terra; ignorava completamente cosa fosse. Ricorderei, invece,
il viaggio di Miguel iniziato il 7 agosto e terminato dopo due soli mesi e
riflettete su quello che udirono il Cantino e il Pasqualigo. Il TUTTO era per
il veneziano Pasqualigo. Immaginate cosa è successo a Venezia con quei “dati”
geografici. Personalmente rimando ai
mittenti il giudizio su Alberto Cantino.
Restiamo alla Carta donata
ad Ercole d’Este.
Pedro Reinel : partes
de africa Cantino : parte de Assia (partes-
parte)
Reinel: Africa Cantino: Los montes claros em affrica).
Per l’AFFRICA occorre una buona
conoscenza della Geografia di Ptolomeo. Abbiamo un altro indizio per risalire
all’Autore; oltre alla gigantografia di Venezia. Il termine Affrica indica una
zona precisa dell’Africa.
A riguardo sentiamo … il fiorentino
Michele Rosaccio.
L’Autore della “Cantino” aveva una
buona cultura classica.
A proposito dell’isola scoperta da
Cortereal: io seguito a veder Kiùshù che è a 180° esatti.
Il nostro Nicolò Caveri, che avrebbe
ricopiato la carta Cantino, non riporta nulla su quell’isola.
Segnala, solo, che quell’isola è
nella zona portoghese.
Inoltre:
Se vogliamo parlare di chi ha
copiato… posso suggerire di dare, prima, una bella raddrizzatina alla Caveri.
Poi ne possiamo discutere.
Immaginate di essere un Veneziano che, Carta Cantino in mano, si reca dal Sultano d'Egitto con la proposta di scavare il mitico canale di Suez; non di riattivare il vecchio canale dei Faraoni o il Fiume di Adriano. Il Consiglio dei 10 affidò l'incarico all'ambasciatore Francesco Tedaldi in data 24 maggio 1504. Forse, con la Carta di Caveri, si sarebbe realizzato.
Rolando Berretta
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