Come arrivare da Cagliari:
Percorrendo la s.s.125 verso
Tertenia si arriva il km. 88,400, dopo aver superato il rio S. Giorgio, si
trova un cartello indicante il Pozzo Sacro, seguendo le indicazioni si prende
una strada sterrata sulla destra.
Dopo 750 m. si supera il
fiume e, dopo aver trovato un altro cartello, si continua per altri 300 m. fino
ad arrivare ad uno spiazzo dove si parcheggia.
Il pozzo è visibile alla
destra del parcheggio, per raggiungerlo si devono percorrere a piedi circa 150
m.
Il
pozzo sacro fu edificato in età Nuragica
ed è situato nel Sarrabus, in prossimità del confine tra il territorio
di Villaputzu e quello di Tertenia. Fu scoperto fortuitamente alla fine degli
anni Settanta, successivamente, agli inizi degli anni Ottanta, furono
realizzate due campagne di scavo condotte dalla professoressa Maria Luisa
Ferrarese Ceruti durante le quali furono rimossi i crolli che coprivano in
parte l’edificio.
Il
monumento sorge sul pendio di una collina, ad oggi non è possibile ricostruire
per intero il contesto ambientale nel quale si inserisce il pozzo, però gli
interventi atti a ripulire la zona hanno messo in luce alcuni allineamenti di
pietre riferibili a probabili capanne; questa ipotesi è suffragata sia dal
ritrovamento di due capanne sulla sommità della stessa collina di fronte ad
vicino ovile, sia dalla presenza del nuraghe Nurresu in cima ad una collina
posta di fronte al pozzo.
L’analisi
dei pochi e frammentari reperti dimostra che l’area archeologica in esame ha
avuto una continuità di frequentazione umana dall’epoca nuragica fino all’età
storica, i ritrovamenti più significativi sono rappresentati da alcuni
frammenti di ceramica nuragica e di anfore ascrivibili ad un periodo che
oscilla tra il I e il VI sec. d.C.
Il
monumento si è adattato al pendio della collina e presenta un elevato di
maggiore altezza a valle, mentre nel
dislivello sono racchiusi il pozzo e un secondo ambiente circolare costruito
sulla tholos che ne chiude la camera (interpretato da alcuni studiosi come un
nuraghe monotorre); sempre a valle nella parte esterna si può notare il
paramento murario a vista realizzato con pietre di diverse dimensioni.
Nella
struttura interna ed esterna le pietre che compongono i paramenti si compongono di filari di lastrine di pietra
locale disposte con maggiore regolarità e accuratezza; presentano maggiore
accuratezza anche gli otto gradini che portano al pozzo e gli architravi a
scala rovescia che sovrastano la scala ripetendone l’andamento.
Ai lati
dell’ingresso sono presenti due bracci murari ad esso solidali che introducono
alla scala d’accesso, la loro tecnica costruttiva è simile a quella del
paramento esterno.
All’interno
il pozzo si presenta a struttura cilindrica con un diametro assai modesto, la
presenza dell’acqua, alimentata da una sorgente, non consente però di
apprezzarne l’effettiva profondità.
Il
pozzo è ricoperto da un ambiente che prosegue la struttura sviluppandosi in
altezza, essa si presenta come un secondo vano privo di accessi dall’esterno
con pavimento sommariamente coperto da lastre di pietra e un piccolo foro in
corrispondenza della chiave di volta della tholos interna. Tra la parete ed il
pavimento è inoltre possibile apprezzare una piccola nicchia.
L’assenza di
accessi solleva forti dubbi circa la sua destinazione d’uso originaria e soprattutto
la modalità con la quale fosse possibile accedere all’ambiente sia dall’esterno
che dall’interno.
La
struttura a prima vista ricorda la fonte nuragica Funtana Coberta di Ballao per
la presenza dei due bracci antistanti l’ingresso, però le differenze sono
sostanziali come la mancanza di comunicazione verso l’esterno della tholos, la
camera superiore più ampia del pozzo e la differenza costruttiva tra le varie
parti del monumento in esame.
Per quanto riguarda quest’ultimo punto fu
sicuramente frutto di una scelta estetica e non strutturale, infatti la
costruzione della tholos sarebbe stata molto più agevole utilizzando pezzame di
ridotte dimensioni, oppure si sarebbe potuto costruire l’intero tempio
utilizzando lastrine di pietra, invece è chiara la volontà dei costruttori di
voler dare tale forma.
Fabrizio e Giovanna
Notizie
tratte da: Donatella Salvi “Il
popolamento antico del Sarrabus: Is Pirois e San Priamo”, in La civiltà nuragica, nuove acquisizioni II.
Atti del convegno. Senorbì, 14 - 16 dicembre 2000
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