Marco Polo ci
ricorda che l’isola di Giava, a detta dei buoni marinai pratici di
queste cose,
è la maggiore isola del mondo. Ha un circuito superiore alle
3.000 miglia (750 leghe) .
Se Marco Polo aveva detto che Giava era la maggiore….
poteva l’isola di Cuba, o Giovanna, essere più grande ? No di sicuro! Un
solo lato, inesplorato era già di 335 leghe. Quella era terraferma. Quindi Colombo
potè dimostrare, con il documento del notaio Fernando Perez de Luna, di
aver toccato la terraferma del Catai
in data 12 VI 1494 e…. tanti saluti a Zuane Cabotto
Siamo
nel II viaggio di Colombo.
Il 12 giugno 1494 il notaio reale Fernando
Perez de Luna andò a bordo di ogni caravella, assistito da Diego Tristan e Francesco
Morales, ambedue residenti a Siviglia, Pedro de Terreros, maestro di casa, e
Lopes de Zuniga, scudiero scalco, ambedue ufficiali domestici del “signor
Ammiraglio” compilò il suo atto a bordo della “Santa Clara” questo processo verbale prova che gli Indiani hanno
dichiarato che la costa si stende ad oltre venti giornate, senza che si sappia
dove finisca; che gli uomini di mare, piloti e marinai, avendo consultato le
loro carte, e riflettuto prima di rispondere, hanno tutti affermato, sotto
giuramento, che non avevano mai né veduto, né sentito dire che un’isola potesse
offrire 335 leghe di coste, dall’occidente al levante, senza che si vedesse la
fine, e che essi giudicano essere terraferma. Erano nelle caravelle cinquanta
uomini di mare, fra i quali piloti rinomati e maestri in cosmografia. Nessuno
emise intorno a ciò il minimo dubbio.
L’originale è depositato nell’Archivio delle Indie di Siviglia: leg 5° de patronato real- Documentos diplomaticos num LXXVI. Tra i firmatari figura Juan de la Cosa: il comandante della santa Clara.
L’originale è depositato nell’Archivio delle Indie di Siviglia: leg 5° de patronato real- Documentos diplomaticos num LXXVI. Tra i firmatari figura Juan de la Cosa: il comandante della santa Clara.
Notizie su Juan de la Cosa dalla
wikipedia:
1492 Fu il pilota di Cristoforo Colombo nel famoso viaggio del 1492. Era
il proprietario della nave Santa Maria, che fece naufragio durante la
spedizione. Per questa perdita ricevette un indennizzo.
1493: Partecipò come pilota al
secondo viaggio di Colombo,
era al comando della nave Santa Clara. (n.d. - firmò il famoso documento dove si
afferma che “CUBA” era terraferma!)
1497: Partecipò al
viaggio con Amerigo Vespucci del 1497. Il comandante di questa
spedizione era probabilmente Juan Díaz de
Solís. In questo viaggio i
tre esploratori toccarono le terre della penisola della Guajira in Colombia, poi individuarono l'attuale lago di Maracaibo, qui Vespucci notò le palafitte incontrate in riva al
lago e disse che sembravano una "Piccola Venezia", che in spagnolo si
pronuncia Venezuela. La spedizione proseguì costeggiando le coste
centroamericane e rientrò nel Mare Oceano passando tra l'isola di Cuba e la penisola
della Florida.
1499: Viaggiò nella spedizione di Alonso de Ojeda e Amerigo Vespucci. Al ritorno da questo viaggio Juan de la Cosa redasse il famoso mappamondo.
A questo punto cominciate a grattarvi la
testa. Magari avete provato a capire
qualcosa sulla figura di Amerigo Vespucci. E leggi il Mundus Novus, e leggi la
Lettera al Soderini, opere date alle stampe, e leggi le varie lettere
manoscritte rinvenute pian piano …
Sinceramente sembrerebbe che Vespucci, nel I e II
viaggio, viaggiasse … agli ordini di nessuno. Quei documenti (lettere) sono
sotto gli occhi di tutti. Però:
Se in questa celebre mappa ci sono le terre
toccate e descritte da Vespucci; esempio l’isola dei Giganti, non vuol dire che
ci doveva essere, per forza, il signor Juan de la Cosa con Vespucci.
Ci sono altri metodi per entrare in possesso di
certe informazioni.
Io ho un solo metodo per dimostrare il mio
pensiero: uso la sua carta per dimostrare chi è Juan de la
Cosa. Dal lato tecnico cercherò di spiegarla a
modo mio.
Ho evidenziato un suo giro di compasso con
cerchietti rossi. Osservate dove ho messo un evidenziatore giallo. Osservate la
linea verde. Quella linea verde è il mitico parallelo d’Alessandria.
Quando quella Linea incontra il vero parallelo
di Capo Verde (che evidenzio sempre) li si gettavano le ancore e si sbarcava
nel Nuovo Mondo.
Se seguite la linea verde, verso EST, vedrete che l’Autore ha
avuto dei problemi grafici. Ho aggiunto un piccolo ingrandimento della zona.
Iniziamo dalla parte tecnica. Come si accoppiano due schemi RoBer da 34 unità con Primario da 26 e secondario da 13? Facile!
Uno “pratico di schemi” avrebbe operato nel seguente modo. La linea verde è perfettamente sincronizzata e, se la si segue a occidente, si incontra il vero parallelo di Capo Verde.
Come ha operato Juan de la Cosa?
Io trovo questa situazione: i due schemi sono sovrapposti. Se i due schemi sono sovrapposti non credo che si possa tracciare, correttamente, il parallelo di Alessandria.
Quel parallelo è fondamentale per dare un giudizio tecnico sull’Autore.
Osservate la prossima immagine:
Non solo non ha saputo accoppiare due schemi semplici semplici.
Secondo me ha sbagliato, addirittura, la scala.
Adesso
Cuba è sotto il Tropico. Le proporzioni sono corrette come, quasi corrette, lo
sono le distanze.
Juan de la Cosa “impostato” con quadrato esterno da 13 e giro di compasso da 6,5.
A proposito dei viaggi di Amerigo
Vespucci è utile ricordare la Letteratura che lo riguarda.
Ci sono Lettere date alle stampe
e Lettere manoscritte. Ci sono i documenti di vita quotidiana che si analizzano
per fare le dovute verifiche.
I documenti a stampa sono 2: il Mundus Novus e la Lettera al Soderini.
Mundus
Novus
– stampato tra il 1503/1504 - Vespucci parla di un viaggio da lui compiuto nel
1501-1502 al servizio del Portogallo; dichiarò di averne fatto altri due per la
Castiglia e di essere in procinto di farne un altro per il Portogallo.
Lettera al Soderini - datata: Lisbona, 4 settembre
1504, contiene la narrazione di quattro spedizioni; due al servizio della
Spagna e due per il Portogallo.
Cronologia dei viaggi:
I°- 10 maggio 1497/15ottobre 1498;
II° 16 maggio 1499/ 8 ottobre 1500;
III° 10 maggio
1501/ 7 ottobre 1502;
IV° 10 maggio 1503/18 giugno 1504.
Pubblicata in italiano, a
Firenze, tra il 1505-1506, col titolo Lettera (di Amerigo Vespucci) delle
isole nuovamente trovate in quattro suoi viaggi. Tradotta in latino
nel 1507 con il titolo di Quattuor Amenci Vespucii navigationes, fu
inserita nella Cosmographiae Introductio, di Martin Waldseemüller; il primo a scrivere il nome America sulla nuova
terra.
Vengono, poi, le lettere manoscritte, tutte indirizzate a
Lorenzo di Pier Francesco dei Medici, che furono pubblicate alcuni secoli dopo
tra il 1745 e il 1827 dai rispettivi scopritori: Bandini, Bartolozzi e
Baldelli-Boni. In queste si parla di soli due viaggi, uno per la Spagna
(1499-1500) e l’altro per il Portogallo (1501-1502). Resta a parte il frammento
Ridolfi, nel quale si fa riferimento a tre viaggi. Il frammento fu individuato
e dato alle stampe solo nel 1937.
(Vedere: Luisa D’Arienzo . Nuovi Documenti su Amerigo
Vespucci. Tratto da “Scritti in onore
del prof. Paolo Emilio Taviani” ECIG,
Genova, 1988, vol. III )
A
noi interessa la Lettera Manoscritta che racconta il viaggio del 1499-1500. In
questa lettera si ricorda Dante Alighieri e la Croce del Sud. E’ la lettera più
famosa e divulgata. Vi si narra, anche, di una visita all’isola di Colombo per
rimettere in sesto le due navi malridotte.
Recita la lettera: … secondo il punto de’ piloti, apresso d’una
isola che si dice la Spagnuola —che
è quella che discoperse l’almirante Colombo 6 anni fa ,a 120 leghe, ci
acordammo d’andare a essa e quivi, perché è abitata di
cristiani, raconciare nostri navili e riposar la gente e provederci di
mantenimenti, perché da questa isola a Castiglia sono 1300 leghe di golfo sanza
terra nessuna. E in 7 di fummo a essa, a dò istemmo opera di 2 mesi, e
indirizzammo e’ navili e facemmo nostro mantenimento.
Questo
recita la Lettera. Non dice che c’era Colombo che stava avendo problemi con
Ojeda.
Nella
lettera al Soderini si ricorda Antiglia:
Partimmoci e per la
necessità del mantenimento fummo a tenere all’isola d’Antiglia, che è questa
che discoperse Cristofal Colombo più anni fa, dove facemmo molto mantenimento e
stemmo duo mesi e 17 giorni; dove passammo molti pericoli e travagli con li
medesimi cristiani che in questa isola stavano col Colombo, credo per invidia,
che per non essere prolisso li lascio di raccontare.
Il
fatto di Ojeda è noto, solo, per la cosiddetta -Pesquisa contra Ojeda-.
Indagine fatta per volere di Colombo ad Hispaniola alcuni mesi dopo la partenza
di Ojeda per raccogliere prove della sua insubordinazione. Vespucci, in tutte
le sue lettere, ignora questo signor Ojeda come ignora Juan de la Cosa.
Vespucci, in questa lettera, era partito
con 2 navi e con 57 uomini. Tutto ben descritto. Gli –storici-, per spiegare
Ojeda, sono ricorsi alla lettera del Vespucci. Vespucci è un bugiardo. Da
semplice gregario si è messo al centro della storia come se fosse il
protagonista.
E’
bastato mettere al comando Ojeda. Mettiamoci anche Juan de la Cosa. E via per
quelle terre descritte da Amerigo. Sulla pentola, però, manca il solito
coperchio. Se Vespucci avesse fatto parte di quella spedizione di Ojeda non
avrebbe avuto la stima e il rispetto che esternò Colombo nella lettera
indirizzata al figlio Diego. Possiamo, anche, contare le navi alla partenza. Secondo
Ojeda partirono con una e un’altra ne rubarono sulle coste africane.
Vespucci
partì con due navi e sempre due erano al rientro.
Poi
qualcuno ha incrociato le date di Vespucci e … molte cose non tornano.
RAMOS, Demetrio (1980). «El regreso de Alonso
de Ojeda de su viaje de descubrimiento». En Antonio DOMÍNGUEZ ORTIZ. Homenaje a Antonio Domínguez Ortiz. Madrid: Ministerio de Educación y Ciencia. ISBN 8436908333., citado
en RAMOS,
Demetrio (1982).
Un’altra
lettera fu scritta dal Vespucci nel 1501
mentre era nelle Isole di Capo Verde.
(Lettera
Baldelli-Boni)
Stava
per iniziare il I° viaggio per il Portogallo. Racconta Vespucci, in data 4 giugno 1501, che arrivarono i reduci
della spedizione di Cabral. Vespucci si fece raccontare tutti gli eventi. Le
navi dei reduci erano 2(due). Ne erano partite 13(tredici). (Cabral era, anche,
finito in Brasile, causa tempesta, e Vespucci sottolinea che erano i luoghi da
lui visitati precedentemente.) Ritorniamo alle 13 navi che ripartirono per
l’India. Causa tempesta 5 navi affondarono e le altre 8 (otto) doppiarono Capo
di Buona Speranza con le vele squarciate; con gli alberi a secco.
Versione
wikipedia:
La flotta salpò da Lisbona il 9 marzo 1500 e seguì una rotta che permettesse di
evitare le bonacce oltre il Golfo di
Guinea. Nelle acque dell'arcipelago di Capo Verde venne persa la prima nave, Luís Pires
venne infatti costretto da una tempesta a fare ritorno in patria. Per sfruttare
i venti e sfuggire alle correnti della costa africana,
Cabral sfruttò la tecnica conosciuta dai navigatori portoghesi come volta do mar,
percorse una rotta molto occidentale e la corrente equatoriale dell'Atlantico spinse le navi sulle coste di un paese
sconosciuto. Il 22 aprile 1500 l'equipaggio scorse una formazione
montagnosa che venne chiamata Monte Pascoal ed il 23 aprile 1500 Cabral sbarcò sulle coste del Brasile,
ed il 25 aprile l'intera flotta si assestò lungo la baia che battezzarono Porto Seguro.
Cabral prese possesso delle terre in nome della corona portoghese e le chiamò
"Ilha da Vera Cruz", in quanto presumeva fosse un'isola. Più tardi la
chiamò "Terra di Santa Cruz". Vi è una diversa interpretazione dei
fatti che sostiene che Cabral cambiò volutamente rotta seguendo gli ordini del
sovrano in quanto ai portoghesi l'esistenza del Brasile era nota dal 1498.
Quest'interpretazione è rafforzata da una rivendicazione della scoperta del
Brasile da parte degli spagnoli, risalente al 1500 ad opera di Vicente Yáñez Pinzón. Altre interpretazioni
ancora più azzardate sostengono che i portoghesi fossero a conoscenza
dell'esistenza del Brasile o di parte delle sue coste ancor prima del Trattato di Tordesillas firmato nel 1494.
Cabral intraprese
il viaggio di ritorno (? n.d.a.. riprese
il viaggio di andata) il 3 maggio 1500 e alla fine del mese l'equipaggio
giunse a Capo di Buona Speranza, dove vennero
distrutti quattro vascelli da una forte tempesta, compreso quello di Bartolomeu
Dias. (fine Wikipedia)
Se
Vespucci scrisse il 4 giugno del 1501 le navi le incontrò sicuramente prima;
non tanto distanti nel tempo. Le due navi superstiti erano già dirette in
Portogallo al momento della stesura oppure lo stesso Vespucci affidò la lettera
a quell’equipaggio per farla recapitare a qualche mercante fiorentino.
Però:
era sempre 1501. Prima di quella
data in Portogallo non si poteva sapere nulla.
Solo
che, Juan de la Cosa, nel 1500, segnala,
già, l’isola scoperta da Cabral; Vera Cruz.
(Per
chi aveva viaggiato con Vespucci è grave! Inoltre: Le altre carte mostrano una grande isola
nell’emisfero Australe. Quella era l’isola della Vera Croce e non l’isola della Croce
del Sud. Era l’isola dei pappagalli.
Avete idea di quante specie di pappagalli ci sono in Australia??? )
Forse
Vespucci venne mal informato. Forse Cabral mandò subito qualche nave in
Portogallo per annunciare di avere scoperto una nuova terra. Forse!
Cristoforo Colombo, dopo il famoso giuramento,
trascurò completamente l’isola di Giovanna,
poi Fernandina, poi San Diego, poi Ave Maria Alfa y Omega che sulle carte figurerà, però, come CVBA.
Nel 1508 Sebastian de Ocampo circumnavigò
Cuba e scoprì il magnifico porto naturale che sarebbe
diventato L'Avana. Soltanto nel 1511 Diego de Velázquez venne incaricato da
Diego Colombo, figlio di Cristoforo e allora governatore delle Indie, di
esplorare e colonizzare tutta l'isola.
Juan de la Cosa non può aver visto CUBA con
Colombo. Per raffigurarla in quella forma bisogna aspettare, minimo, il
1508.
Forse
nella tipografia di Waldseemüller hanno sbagliato carattere: la A invece della
O?
Waldseemüller
ha coniato il nome America in onore di chi l’ha scoperta e … da solo.
Forse
… se andate a vedere un mio vecchio articolo, datato martedì 14 agosto 2012
titolato Carta de navigar per le Isole nuovamente
trovate: Pacco Veneziano forse
… iniziereste ad analizzare in maniera
diversa i documenti del periodo; carte comprese.
Dalla wikipedia
1509 Ultimo viaggio di Juan de la Cosa. In una spedizione
capeggiata da Ojeda, il cantabrico nuovamente fu un abile pilota e
cartografo. Alonso de Ojeda non seguì i consigli del cantabrico, e volle fondare un
avamposto dove attualmente esiste la città di Cartagena. In quel luogo vi erano feroci indigeni e così gli
spagnoli furono sorpresi in una imboscata a Yurbacos (l'attuale Turbaco,
non lontano da Cartagena
de Indias) dove Juan de la Cosa morì.
E questi è il Vespucci secondo Colombo:
Mio caro figlio,
«Diego Mendez è
partito di qua il lunedì 5 di questo mese.
Dopo la sua dipartita, io ho conversato con Amerigo Vespucci, portator di questa lettera,
che viene alla corte dove è chiamato per
affari di navigazione. La fortuna gli fu contraria come a molti altri. Le
sue fatiche non li tornarono a profitto, che di ragione l’avrebbero dovuto
essere. E’ si parte, puossi dire per me, e ha un caldo desiderio di far cosa
che mi possa comechessia vantaggiare, se ciò è in sua mano. E non so trovar
modo di dargli carica per me vantaggiosa, perchè io ignoro ciò che possano amar
meglio laggiù. Egli si conduce alla corte
con la deliberazione di far per me il più che gli sarà possibile. Vedi in che
mi può esser utile, e ti‘concorda con esso lui a fine ch’ egli possa fare ,
dire tutto ciò che sarà di mestieri, e condurrea buon fine i suoi divisamenti;
e il tutto si faccia secreto, e non si lasci da chicchessia tràpelare. Io gli
ho detto ciò che ho da dire su questo all'arte; io l’ ho fatto accorto di ciò
che ho ricevuto, di ciò che m’è dovuto , ecc. Era il 1505.
Vespucci
era richiesto nelle Corti per la sua professionalità ed ebbe incarichi
importanti inerenti la navigazione. Non aveva nessun bisogno di Ojeda. Fu Ojeda
a tirare in ballo Vespucci; dopo che Amerigo era morto. Vespucci morì il 21
febbraio del 1512. Ojeda rilasciò la sua deposizione il 7 dicembre del 1512. (Juan
de la Cosa era morto nel 1510.) Chi
poteva smentirlo?
Ramos
Demetrio (1980) nel «El regreso de Alonso de Ojeda de su viaje de
descubrimiento»
ci
ricorda che:
Pedro Martir de Angleria, el observador màs
atento –cronista de verdad, por ser registrador al dia de los hecos del
momento- silencia esta impresa.
(Pedro Martir de Angleria è il nostro Pietro
Martire d’Anghiera)
Questa carta, da me modificata, è opera di Piri
Reis.
L’ Insula de lo Yucatan ( Insula IV
Catan***) è ritornata la Penisola della
YUCATAN.
Datosi che Colombo non è mai sceso sotto
l’Equatore, che mai ha attraversato Gibilterra per iniziare i suoi viaggi e che
mai ha potuto vedere le stelle dell’Altro Emisfero…
…credo che lo schiavo, dello zio di Piri Reis, avesse fatto i 3 viaggi con Vespucci. Nella celebre carta di Piri Reis ci sono le terre descritte, nei quattro viaggi, da Vespucci. Vespucci, dopo lo scalo ad Antiglia, è andato a settentrione e toccò innumerevoli isole. La mitica carta di Colombo, che possedeva lo schiavo dello zio, dovrebbe essere la seconda carta di Reis. Per me è di Vespucci e riporta quello che c’è nella zona caraibica di Juan De la Cosa.
Poi, se qualcuno vuole ricostruire quella STORIA come già fece Bartolomè de Las Casas (amico di Ferdinando Colombo) che, analizzando i documenti relativi alla prima fase delle esplorazioni ne1 Nuovo Mondo, intuì che il racconto della Lettera al Soderini doveva in qualche modo ricollegarsi ai viaggi di Ojeda, affermò che Vespucci si fosse limitato a spostarne le date (e via con le critiche verso Amerigo). Consiglierei di ritornare alle lettere rarissime di Colombo e alle tre alte cime dell’isola di Trinidad, alla Terra a forma di PERA e al Paradiso Terrestre. Questa è letteratura. La Storia è un’altra cosa. Tutte le Lettere di Vespucci sono state sezionate; parola per parola. Avessero messo lo stesso impegno con quelle due di Colombo; oggi parleremo d’altro.
Riflessioni.
Troviamo la Carta di Juan de la Cosa con la toponomastica riportata dai primi navigatori: identica. Troviamo Lettere che non si sa chi le ha scritte.
Troviamo i processi messi in essere dai Colombo; con una Storia scritta da Bartolomeo de Las Casas con i documenti fornitegli da Fernando Colombo.
Troviamo la IV isola scoperta da Colombo (Isabella .. in italiano e non in castigliano). Poi: Insula IV Catan(***) poi penisola YUCATAN. Poi c’è la Isabella della Cantino; la Giovanna di Colombo.
Troviamo un comandante della flotta ottomana, l’ammiraglio Piri Reis (1513), che ci ricorda:
quelle terre furono scoperte da un infedele genovese, Colombo, nell’anno arabo 896…
Anno che va dal : - 14 novembre 1490 domenica e termina il : -3 novembre 1491 giovedi.
Troviamo un Guicciardini che afferma che Colombo scoprì l’America nel 1491.
Troviamo un Sebastian Munster che afferma che Colombo e Vespucci furono mandati insieme (contemporaneamente) dal Re all’incirca verso il 1492.
Troviamo Giovanni Caboto che tocca il nord America il 24 giugno 1497. Giovanni approdò sull'isola di Capo Bretone e toccò la Nuova Scozia.
Troviamo Amerigo Vespucci che tocca il continente americano nel primo viaggio; 10 maggio 1497/15ottobre 1498. Dopo 37 giorni, dal 10 maggio, era il 16 giugno.
Troviamo un Colombo …. che scrive da Hispagnola tra il settembre e l’ottobre del 1498 una lettera dove afferma di aver toccato le coste del Paria. (Anche il Paradiso Terrestre!!)
Sembrerebbe che Vespucci fu il primo a toccare il Continente. Quindi : AMERICA!
Rolando Berretta
Carissimo Rolando devo dire che il tuo articolo è piuttosto complesso, tuttavia sappi che effettivamente Vespucci era un bugiardo e millantatore: fece solo due viaggi e non 4; e in uno di questi, tra l'altro quello con De la Cosa, sostiene -dopo essersi separato dalla flotta- di aver proceduto verso il sud e di aver oltrepassato l'equatore cosa palesemente falsa. Vespucci non fu che un semplice mercante-passeggero imbarcato una volta su una nave spagnola (da cui tornò con 200 schiavi che gli garantirono il profitto) e un'altra su una nave portoghese (e qui afferma di aver toccato il 52° parallelo quando Coelho -il comandante- rientrato a Lisbona riporta ai cartografi (vedi Mappa Hamy ed anche il Cantino) di aver raggiunto "solo" il 30-31 parallelo. Io credo che Vespucci abbia avuto solo una fortuna: che per un caso del tutto fortuito il suo nome abbia identificato l'intero continente e da qui la sua somma celebrazione. Anche Waldseemuller si pentì di aver osato tanto, visto che le sue successive mappe sostituiscon il nome america con Terre Incognita e dei Pappagalli. Ciao
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