Come arrivare:
Da Cagliari percorrere la SS 130 fino a Siliqua dove si imbocca la SS293, superato l'abitato di Nuxis proseguire in direzione Villaperuccio. All'altezza della località Is Pittaus si svolta a sinistra e si seguono le indicazioni.
Da Cagliari percorrere la SS 130 fino a Siliqua dove si imbocca la SS293, superato l'abitato di Nuxis proseguire in direzione Villaperuccio. All'altezza della località Is Pittaus si svolta a sinistra e si seguono le indicazioni.
Il complesso templare è immerso in un paesaggio che, ad eccezione delle moderne ed opportune opere di copertura, da l'impressione di essere cambiato ben poco dai tempi in cui devoti pellegrini affrontavano un lungo e faticoso cammino per assistere ai riti che vi si praticavano.
Il tempio a pozzo di Tattinu, ascrivibile
secondo la datazione ufficiale al Bronzo finale (1100-900 a.C.), si trova nelle
campagne del paese sulcitano di Nuxis ai piedi di una collina alla sommità
della quale sono presenti i resti di un nuraghe monotorre.
Intorno al pozzo sono presenti i
resti di un aggregato abitativo dove si distinguono ambienti ovali, circolari e
retto-curvilinei, sono invece più consistenti i resti murari verso sud-est dove
scorre un modesto torrente,.
Il tempio a pozzo è situato nel
margine periferico settentrionale rispetto al punto che pare fosse il cuore del
villaggio e presenta alcune particolarità che potrebbero anche essere smentite
con uno scavo più sistematico:
-
la tholos supera di soli 60 cm il primo gradino che
emerge di poco sotto la linea dello humus
-
il pozzo non mostra né strutture a vista né atrio
-
la continuità della scala di 29 gradini con il vano
acqua formano un vuoto rettangolare lungo m 8,12 e largo m 1,25/1,10
-
la particolare sezione a bottiglia ellittico in pianta (m 1,82
x 1,25 di altezza pari a m 5,12)
La scala arriva ad una profondità
pari a m 3,17 ma è ostruita nel tratto terminale da un muretto di blocchi alto
1,30 m, conservando in buone condizioni la parte ipogea costituita da un bacino
di m 1,25x1,82.
La camera a tholos è alta m. 5,12
e si conclude al di sotto del piano di campagna. Il materiale da costruzione,
grossi blocchi di calcare e ciottolame fluviale, ha creato cedimenti visibili
nel lato destro del vano scala. L’edificio è perciò rafforzato con un doppio
architrave e non si eleva oltre il piano di campagna. Dallo scavo del pozzo e
delle capanne circostanti provengono stoviglie di terracotta databili dal
Bronzo recente al Ferro.
Nel sacello, sono stati ritrovati
numerosi ex voto in ceramica, tra questi Lilliu elenca quelli appartenenti al
Bronzo Finale come delle olle globoidi a collo, delle ollette ovoidi con orlo
piano, dei vasi panciuti con ansa a gomito rovescio, delle scodelle carenate
biansate e delle ciotole a spigolo
Lilliu affermava: “Insomma la costruzione, per vero inelegante
e scadente, può dirsi un anomalo e trasgressivo prodotto locale, in linea però
con la tradizione sulcitana che tende a regionalizzare forme e tecniche d’un
comune sustrato materiale”
Con tutto il rispetto per il padre dell'archeologia Sarda, a noi il pozzo sacro di Tattinu è piaciuto moltissimo e non ci è sembrato inelelegante e scadente.
Come tutti gli altri templi a pozzo quello di Nuxis è un'opera ingegneristica che denota la grandissima capacità degli antichi costruttori Sardi e ricordiamo che realizzare una struttura di questo genere con delle pietre non squadrate presenta delle difficoltà che metterebbero a dura prova tantissimi moderni ingegneri.
Di seguito il video.
Fabrizio e Giovanna
Notizie
tratte da:
-
V. Santoni, “I Templi di età nuragica”, in
La civiltà nuragica di Enrico Atzeni
- G.
Lilliu, "Preistoria e protostoria del Sulcis", in Carbonia e
il Sulcis: archeologia e territorio, a cura di V. Santoni.
BELLISSIMO QUESTO POZZO SACRO!!! Avete ragione voi non é per niente rozzo.
RispondiEliminaContinuate così.
Grazie Umberto.