In un’ansa del lago Omodeo, lungo le pendici dell’altopiano
denominato “Perda e pranu”, sorgono la chiesa e il novenario di San Serafino.
Pare
che questo luogo incantevole, dove il tempo pare essersi fermato, fosse antropizzato
già in epoca romana come testimoniano i ritrovamenti ceramici di epoca tardo
imperiale.
Presumibilmente intorno al VII secolo d.C. fu eretta la chiesa
bizantina intitolata a San Serafino, che testimonierebbe la presenza di monaci
orientali nella zona, successivamente, in epoca giudicale, fu ricostruita e
ampliata a pianta rettangolare con
copertura a capriate lignee e abside semicircolare.
Dell’intervento medievale sopravvivono ancora gli interessanti
elementi decorativi esterni del prospetto e del fianco meridionale. Nella
facciata, sulla porta trecentesca decorata a foglie lobate,
si possono ammirare
lo stemma arborense, un’apertura a forma di croce e una formella con
l'Agnus Dei.
Nella formella viene rappresentato l’agnello con
una croce imbandierata sulle spalle che, nell’atto di schiacciare il demonio
supino per terra, volge lo sguardo verso il Serafino con le ali dispiegate.
Nella fiancata
meridionale è presente una porta con lunetta a tutto sesto sovrastata dalla scultura dello
stemma dell’albero deradicato del Giudicato di Arborea;
in bassorilievo sono
invece raffigurati, partendo da sinistra, due ecclesiastici, il serafino e due
personaggi di rango sociale elevato, presumibilmente il giudice Mariano IV che
porge all'arcangelo un grappolo d’uva e la
moglie Timbora di Roccaberti.
Dopo diversi secoli di abbandono la struttura della
chiesa risultava compromessa nella sua stabilità a causa delle infiltrazioni d’acqua
e, nel corso del XVII secolo, furono necessarie diverse opere di consolidamento.
Lentamente l’area fu interessata da una nuova fase edificatoria che registrò,
verso la fine dell’Ottocento, la presenza di 44 casette contro la presenza di
un solo “muristene” della seconda metà
del 1600. Attualmente le abitazioni sono numerose e rappresentano il punto di
riferimento per la festa che si celebra il 24 ottobre, anche se si pratica il
culto in onore dell’arcangelo San Raffaele.
Fabrizio e Giovanna
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