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lunedì 18 maggio 2020

Abadia di Ognissanti in Brasile


 

Questo è il parere autorevole della prof.essa Patrizia Licini:

-Non è vero che la Carta Cantino è del 1502. Non c'è alcuna data, né nome di autore. Al contrario, Vespucci dichiara in Cosmographiae introductio ('Navigatio Quarta') pubblicata il 25 aprile 1507 a Saint-Dié, che, dopo la defezione del loro capitano generale di cui mai fa il nome il 18 agosto 1503 davanti all'isola disabitata a quasi 3° lat. Sud dove la nave capitana, la sua, era naufragata fra gli scogli, lui e i Portoghesi superstiti con lui deliberarono di riprendere la navigazione verso il Polo Antartico e dopo 17 giorni raggiunsero un porto al quale diedero il nome Abbazia di Tutti i Santi; dunque era il 5 settembre 1503 nel secondo viaggio del 1503-1504 per Emanuele il Re di Portogallo. E, infatti, troviamo la iscrizione «Abaia de todos sanctos» anche sulla Carta Cantino e ... proprio dove una mano anonima incollò la pezza di pergamena sopra il disegno originale. Dunque la Carta Cantino registra anche il toponimo del viaggio 1503-1504 e non può essere databile entro la fine del 1502. –

(Si parla di Abbazia; luogo di culto.)


Siamo a Roma nel 1507.  Johann Ruysch è un altro autore che riporta Abatia.


Ho evidenziato la scritta Mundus Novus riportata dal Ruysch e quella riportata nella carta di Pesaro. Io seguito a vedere la sigla  AV di Amerigo Vespucci.  

Cercherò di spiegare, il resto, a modo mio.

La prima stampa della Lettera al Soderini, in italiano, fu fatta a Firenze nel 1505/6. Andò persa. Noi ne conosciamo, solo, la versione latina data alle stampe dal Waldseemuller a Saint-Dié nel 1507.

Ripeto: si parla di un luogo di culto =

abbadia o abadia) s. f. [lat. tardo abbatīa]. - (eccles.) [comunità monastica e anche il complesso degli edifici che la accolgono] ≈ abbazia, chiostro, convento, monastero.

Il IV viaggio di Vespucci terminò il 18 giugno 1504 secondo la tipografia di Saint Diè.

Vesconte Maggiolo, nel planisfero di Fano, quello fatto a Genova nel 1 5 4, addì 8 giugno, riporta abaida de tuty li santi (abaida per abadia).

KUNSTMANN II:  A baia de tutti santi  mentre  CAVERI riporta   Baie di tuti li santi.

La Badia varrebbe per le suore con la Badessa. L’Abadia varrebbe per frati dove dirige un Abate e, a Firenze, ai tempi dei Vespucci, c’erano i Francescani. Quindi la Abadia di Ognissanti dovrebbe essere il termine giusto originario.  Evito di parlare della chiesa di Ognissanti e dei legami con la famiglia Vespucci. Questa volta vale la pena di leggere quanto troviamo in rete. La carta Cantino riporta Abaia de todos sanctos. La grafia nella zona del rattoppo è completamente diversa dal resto della carta. Amerigo, che se l’è vista brutta in quell’occasione, la dedicò alla Abadia di Ognissanti.  

Vallo  a tradurre in latino prima e in spagnolo dopo. E vai a spiegarlo ai Brasiliani oggi e al Santos di Pelè.

Ultimamente ho cercato, nei dispacci estensi,  con poca fortuna, i testi completi  riguardanti Alberto Cantino. Lo troviamo a Orano il 7giugno del 1501, poi è a Cadice il 19 luglio dove da notizie della flotta di Cabral. Sicuramente erano passate le due navi segnalate da Amerigo, nella Lettera da Capo Verde, riportanti la scoperta dell’Isola della Vera Croce. La scoperta di quell’isola, però, era da un anno nella Carta di Juan de la Cosa che è del 1500.

In mancanza del testo completo delle lettere mi debbo fermare.

Una cosa è sicura: la Carta Cantino è un dono. La carta che ha lasciato a Genova ha un giro di soldi.

 Majollo (che era a Genova) ne da notizia prima della stampa di Firenze. Deve averlo saputo subito.


Abaida detuty liSanty  (credo che volesse scrivere Abadia)

Questo è lo schema di Juan de La Cosa (1500)  Ho evidenziato l’isola scoperta per il Portogallo che, poi, diverrà l’isola della Santa Croce: il Brasile. Troppo precoce la segnalazione.

Però la toponomastica dei grandi navigatori è finita sulle coste dell’India… leggermente fuori scala.


Nicolò Caveri, per raffigurare l’Isola della Vera Croce, poi Santa Croce, ha utilizzato 3 pezzi dell’isola della Croce del Sud: l’Australia.


Resta da capire il perché del rattoppo sulla Cantino e della toponomastica aggiunta. 

Fatemi spiegare il mio punto di vista sulla questione delle terre asiatiche.

Ho preso un planisfero moderno e ho inserito la zona caraibica di Cantino.

Le due linee bianche sono la Raya e il suo antemeridiano noto come Linea delle Spezie. Osservate le isole del Giappone. Okkaidò è stata spostata per formare il Cubitus (gomito) di Cuba. Kiùshù è sulla Raya. Se cercate qualcosa, in America, che posso aver ispirato i vecchi cartografi non la trovate. Sono spostate di 180° esatti.

Osservate la grandezza di Giovanna (Isabella) e Spagnola della Cantino e dell’Atlante Castiglioni;

le ho portate alla stessa scala. Se un grande Ammiraglio scrisse .. (le sue lettere rarissime a STAMPA sono sotto gli occhi di tutti)….

….l'isola Giovanna, secondo il quale cammino posso dire che questa isola è maggiore d'Inghilterra e Scozia unite, perchè oltre queste centosette leghe mi resta dalla parte di ponente due Provincie alle quali io non pervenni. L'una di queste chiaman Avan, ove nasce la gente con la coda…..  (1 lega = 4 miglia)

…. L'altra isola Spagnuola, misura in circuito più di tutta la Spagna…. ( e si trova a XXVI° sopra l’Equatore)

Chi ha scritto quelle lettere (per Colombo) aveva davanti agli occhi una carta simile alla Cantino. Quelle carte già erano già state assemblate. Se Colombo avesse fatto una sola misura…

C’è un altro passaggio nelle lettere:

Quando io - venendo dalla Spagna alle Indie - giunsi a 400 miglia a ovest delle Azzorre avvertii un gran mutamento sia nel cielo sia nelle stelle, come pure nella temperatura del­l'aria e nelle acque del mare. E a questo fenomeno feci molta attenzione. Osser­vai che da nord a sud, oltrepassata la distanza di 400 miglia dalle suddette isole, l'ago della bussola che fino a quel punto tende a nord-est, si orienta d'im­provviso a nord-ovest una quarta di vento tutta intera. E ciò si verifica mentre ci si avvicina a tale linea, come chi stesse superando un pendio.

Trovai pure il mare completamente pieno di un'erba fatta di rametti di pino e carica di frutti simili a quelli del lentisco. L'erba era così densa che nel mio primo viaggio temetti che si trattasse di una secca e che le navi vi si sarebbero arenate. E il fatto sorpren­dente è che fino al momento di arrivare a quella linea della stessa erba non se ne trova affatto….

La storia del Mar dei Sargassi non mi ha mai convinto.

Ho ripreso una mia vecchia carta. C’è il meridiano di Roma e dove avevo misurato 90° a est e 90° a ovest che è, poi, quello che riportano le carte. Questa volta ho misurato 45° a est e 45° a ovest di Roma. (Ho rivisto tutti i vecchi portolani). Adesso sono convinto che quell’erba non era altro che un vecchio disegno della cornice di qualche antica carta. Nessun navigatore ha trovato, più, quell’erba.

(Augusto  mandò Gaio Cestio Gallo nel Mar Rosso, verso Aden, con al seguito un certo Strabone. Siamo a 45° a est di Roma.)

Affermare che Cantino fu spedito a Lisbona per carpire lo sviluppo dell’impero portoghese, che era solo sulla carta, mi sembra poco veritiero.

 

 

Rolando Berretta

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