L’iconografia attuale di Babbo
Natale è relativamente recente, il suo aspetto bonario e i colori che lo
caratterizzano sono un’invenzione che la nota multinazionale americana della
Coca Cola ha abilmente utilizzato negli anni trenta del Novecento per
reclamizzare il suo prodotto.
Il suo mito ha origine dalle gesta
di San Nicola patrono della città di Bari e si diffuse, oltre che in Europa,
anche negli Stati Uniti ad opera degli olandesi che tradussero il suo nome in
Sinte Niklaas, tale nome fu successivamente deformato dagli americani in Santa
Claus. Il costume inizialmente era verde poi prevalsero il rosso del costume e
il bianco della barba, realizzati nel 1863 dall’illustratore Thomas Nast, nel 1931
la Coca Cola decise di utilizzare l’immagine e i colori per reclamizzare la
bevanda.
Secondo la tradizione più
accreditata San Nicola fu vescovo di Myra in Turchia (nato probabilmente a
Patara in Turchia intorno al 270 e morto a Myra nel 352), durante il suo
episcopato compì diversi miracoli e si distinse per la sua generosità nei
confronti dei bisognosi: era solito far arrivare nelle case i suoi doni
attraverso le finestre e i camini; come si può notare questa è una delle
caratteristiche tipiche proprio di Babbo Natale.
Una delle azioni più generose fu
quella dei cosiddetti “maritaggi”, ossia la donazione di denaro alle fanciulle
povere affinché potessero portare la dote necessaria per il compimento del
matrimonio.
Il santo compì numerosi miracoli tra
i più famosi, oltre alla resurrezione dei tre fratelli fatti a pezzi e messi in
salamoia, ricordiamo l’episodio che lo vide placare una tempesta durante un
viaggio in mare e riportare in vita un
marinaio schiacciato dall’albero maestro e quello in cui riuscì a far cambiare
rotta ad una nave diretta ad Alessandria dove lo attendevano numerosi nemici.
Nel 325 partecipò probabilmente
al Concilio di Nicea e successivamente fu forse nominato vescovo a Roma da Papa
Silvestro.
Esistono altri possibili santi di
nome Nicola che potrebbero essere all’origine del mito di Babbo Natale, tra
questi ricordiamo Nicola di Sion vissuto a Myra circa un secolo dopo il santo
più accreditato e Nicola di Pinara che morì nel 564.
Una delle prime narrazioni delle
gesta di San Nicola fu scritta da Andrea di Creta nel 740[1], uno
dei più celebri scrittori sacri bizantini vissuto fra il 660 ed il 740.
Un altro autore che parlò del
Santo fu l’innografo bizantino Romano il Melòde al quale furono attribuiti i
contacii (ritenuti da alcuni dei falsi scritti successivamente) ossia dei
sermoni cantati.
Le spoglie di San Nicola furono
traslate nella città di Bari nel 1087 da un mercante e avventuriero di nome
Giovannoccaro e dal suo luogotenente Petrarca Rossimano durante una spedizione
atta a sottrarre i santi resti ai Selgiuchidi che avevano occupato la città di
Myra. Il viaggio iniziò ad aprile e terminò il 9 maggio.
La tradizione racconta che il
corpo del santo fu rinvenuto all’interno di un sarcofago di marmo bianco
ricoperto di un liquido che emanava il classico odore di santità che compì
l’ennesimo miracolo al suo arrivo a Bari guarendo 47 malati incurabili.
Dopo un’aspra contesa sul luogo più
adatto a custodire le reliquie, nel 1089 si decise di costruire una nuova
chiesa su un terreno donato dal duca di Puglia Ruggero II, nel luogo dove sorge
l’attuale basilica di San Nicola di Bari che fu consacrata da Celestino III nel
1197.
Mentre si gettavano le fondamenta
della nuova chiesa vi fu un crollo che seppellì sette operai, anche in questa
occasione la tradizione attribuisce a San Nicola l’ennesimo miracolo quando
ritrovarono gli operai completamente illesi.
La sostituzione di San Nicola con
Babbo Natale è il classico esempio di sincretismo al contrario, in passato i
miti cosiddetti pagani furono soppiantati da quelli cristiani, in questo caso
un mito cristiano è stato sacrificato sull’altare del consumismo, forse questo
è un segno dei tempi o forse il potere evocativo del cristianesimo è meno forte
del passato.
Fabrizio e Giovanna
Bellissimo e atteso articolo. La mia famiglia è per metà pugliese, proprio di Bari, e mio suocero (Nicola) mi racconta sempre le varie tradizioni della sua città di nascita.
RispondiEliminaAbbiamo provato a dare una versione più veritiera ad un mito moderno asservito al consumismo.
RispondiEliminaGrazie per i complimenti, buon Natale a te e alle due metà della tua famiglia.
per natale portatelo in parlamento magari succede qualcosa di buono
RispondiElimina